MANTOVATramontata l’opzione navigabilità sul Mincio, si guarda a implementare il cosiddetto “mare della Lombardia”. E i suoi porti. Per tutta la giornata di ieri gli ambienti della motonave “River Queen” hanno ospitato la seconda delle giornate dedicate alla navigazione interna. Per l’occasione è stato organizzato un convegno al quale hanno partecipato relatori di respiro nazionale, capaci di affrontare il tema della navigazione interna in tutte le sue sfaccettature: navigazione per canali, fluviale, lacuale, a fini industriali/commerciali e turistici.
Il convegno è stato organizzato da vari enti, tra cui lo studio legale Mordiglia, Animp, l’associazione Propeller Club e la Provincia. E Palazzo di Bagno sottolinea chiaramente di essere il protagonista della partita: «Stiamo costruendo la capacità di attrarre del territorio virgiliano grazie all’implementazione di temi come quello dell’idrogeno», parole dell’ ing. Alessandro Gatti. «Ci sono novità rispetto ai sette porti mantovani – spiega Fabio Venturi, capo di gabinetto della Provincia – in queste ore è arrivato il testo che dovrebbe sancire, entro la fine dell’anno, la nascita della società “Porti Mantovani” con Provincia, Comune, Regione, Camera di Commercio, oltre che i Comuni interessati. La fase successiva sarà quella di aprirsi agli altri partner interessati, in particolare Autobrennero, che è in fase di rinnovo concessorio, e Consorzio Zai di Verona».
Andrea Murari, assessore all’ambiente del capoluogo accetta la sfida: «Più passa il tempo, più l’elemento che aumenterà la nostra possibilità di vincere la competizione rispetto ad altri territori sarà l’acqua. E questo ragionamento viene da Autobrennero».
Per Gabriele Negrini della Provincia «è un settore con un coacervo di interessi diffusi. L’autorità portuale di Mantova persiste nei temi della decarbonizzazione, connessione, intermodalità e contenimento delle emissioni in atmosfera. La Provincia di Mantova ha coniugato questi temi unendo energie private e pubbliche per lo sviluppo di un hub dell’idrogeno verde. Tutti i temi convergono sul porto, che è la sintesi delle infrastrutture alternative alla gomma». E si sta aspettando a breve la creazione di una Zls, in dirittura d’arrivo. Assessore regionale al turismo Barbara Mazzali conviene che «parlare di porti significa anche parlare di turismo sostenibile, o meglio, responsabile. In Europa c’è un aumento del 15% di questi flussi che portano economia di scala nei nostri territori. È un turismo altospendente, che arriva con le biciclette, e le altre province si stanno adattando, guardando con interesse ai paesi del Nord. Puntare sulle vie d’acqua significa anche fare una riflessione sulla pulizia degli alvei dei nostri fiumi, che sono un problema che stiamo valutando». Al tavolo anche Carlo Costa, direttore tecnico di Autobrennero: «Abbiamo una visione intermodale dei trasporti. Su Autobrennero ora passa il 10% delle merci italiane e siamo in crescita. Per intercettare questo traffico, ci siamo posizionati per essere il soggetto che mette a sistema tutto il territorio del Brennero (gomma, rotaia e acqua)».
Saranno 7,2 i miliardi che Autobrennero ha messo in conto per ottenere la concessione autostradale dal governo, che porterà un investimento sul mantovano di oltre 600 milioni, 70 milioni solo per il porto, collegandolo all’autostrada e alla rete ferroviaria. Il porto di Mantova è cruciale perché risiede all’incrocio di due corridoi delle Reti di Trasporto Trans europee (Ten-T),
lo Scandinavia-Mediterraneo e il Mediterraneo.
Antonia B. Baroni