Vandali alla nuova foresteria di campo canoa

MANTOVA Appena un mese fa, o poco più: era il 25 luglio quando l’amministrazione tagliava il nastro della nuova foresteria del Campo Canoa, fra le opere destinate a destare polemiche per le numerose inaugurazioni “a orologeria” cadute forse non casualmente in piena campagna elettorale. Eppure, a distanza di così pochi giorni, la stessa struttura denuncia i mali di un abbandono che parrebbe di mesi o anni.
Ma a essere messa sotto accusa, chiaramente, non può essere l’amministrazione stessa, che peraltro avrebbe dovuto inaugurare l’opera parecchi mesi fa, se la pandemia non avesse imposto l’alt al cantiere. A provocare i danni ci hanno pensato i vandali rompendo i vetri nuovi dell’edificio, per non parlare di chi ha pensato bene di scaricare i soliti rifiuti ingombranti o a manomettere materiale del cantiere ancora insediato per le opere di rifinitura. Nemmeno la cartellonistica si è salvata.
Insomma, come disse qualcuno, la madre dei cretini è sempre incinta, e per la cosa pubblica sono i soliti costi aggiuntivi non previsti. A favorire i “barbari” ha sicuramente contribuito il ritardo – sempre a causa della pandemia – nella assegnazione della gestione delle aree di ristoro, che avrebbero dovuto andare a gara, anche come servizio alla stessa città, non solo agli atleti che occuperanno per finalità sportive la foresteria del campo canoa.
Il bando di gara è in fase di definizione, come assicurano gli uffici di via Roma, ma certo è che nel frattempo l’area rimane vulnerabile alle intrusioni e al malcostume.
Questo intervento è stato realizzato dal Comune grazie al bando “Sport e periferie” istituito dal governo e fatto proprio dal Comi che ha contribuito in maniera decisiva alla progettazione (che porta la firma dell’architetto  Gianni Bombonati) e alla sua realizzazione affidata alla dalla Db Costruzioni di Campobasso, vincitrice dell’appalto.
La foresteria consta di trentadue posti letto per gli atleti distribuiti in sette stanze, di cui una accessibile anche a persone disabili, oltre che di aree di servizio e ristorazione (bar e mensa), oltre a una sala per le riunioni.
L’obiettivo del Coni, sposato dal Comune, era insomma quello di rendere il campo canoa una delle strutture italiane più efficienti e attrezzate per l’agonismo canoistico e per il kajak, trovando nelle proprietà del nostro lago le condizioni pressoché ottimali per tali discipline. Al punto che ancora nel recente passato il campo canoa di Mantova è stato scelto da atleti non solo italiani, ma anche dalle squadre nazionali di svariati paesi europei.