Addio a Romolo Tavoni

MANTOVA – Generoso, schietto, intelligente, intransigente, onesto. Diretto. Questo era Romolo Tavoni, ex direttore sportivo della Scuderia Ferrari e, ancor prima, segretario personale del Drake, scomparso nella giornata di ieri alle porte della sua Modena all’età di 94 anni. Un personaggio oggi dimenticato dai più, purtroppo ignorato anche da coloro che oggi seguono il mondo delle corse, ma che rappresenta una figura fondamentale che ha contribuito a rendere la Ferrari ciò che è per tutti in tutto il mondo.
Modenese di Casinalbo, classe 1926, sotto la sua guida le vetture del Cavallino dal 1957 al 1961 centrano il primo titolo costruttori e due mondiali piloti con Mike Hawthorn e Phil Hill. Ma quelli sono anche gli anni degli “Indisciplinati” e delle disgrazie che trasformano Ferrari in un “Saturno ammodernato”: dal 1957 al 1958 scompaiono Eugenio Castellotti, poi Luigi Musso, Peter Collins e proprio Hawthorn, anche se la sua morte non avviene in corsa, ma su una strada normale. In mezzo a questa lunga, infinita teoria di caduti, s’infila la tragedia di De Portago che Tavoni vive in prima persona: è lui stesso a informare Enzo Ferrari, in quel maledetto pomeriggio del 12 maggio 1957, della disgrazia avvenuta durante lo svolgimento della Mille Miglia, tra gli abitati di Gudizzolo e Cavriana quando il marchese spagnolo esce di strada insieme al co-pilota Eddie Nelson al volante della Ferrari 315S compiendo una strage di uomini e bambini.
Segretario personale, si è detto, ma anche Team Principal della Scuderia, come verrebbe definito oggi, ha saputo essere leale nei confronti di un uomo ingombrante come Enzo Ferrari, trasformandosi negli anni di servizio, di fatto, in autentico confidente. Tavoni di quei segreti, ne è sempre stato custode fedele e leale.
Era con Ferrari quando a seguito di quella sciagura mantovana, portò proprio il Drake in Romagna a chiedere conforto a Padre Clerici a cui era molto legato. Era con Ferrari anche quando Dino, il primogenito, si spense a causa della malattia che lo aveva consumato e portato via nel fiore della giovinezza unendo il suo destino a quello di Tazio Nuvolari, un altro compagno di avventura che di figli ne aveva persi addirittura due.
Tavoni era lì e ci fu sempre, anche quando dalla Ferrari viene licenziato in tronco. Romolo, insieme ad altri otto colleghi spedisce a Ferrari una lettera nella quale lamentano le continue interferenze di sua moglie Laura, la mamma di Dino, nella gestione della Scuderia Ferrari. Ferrari, li licenzia tutti in tronco con effetto immediato e il giorno seguenti li sostituisce con altri di pari grado. In un’intervista del 2006 nella sua casa di Casinalbo, Tavoni mi disse che il Drake, in quella circostanza, aveva ragione: si trattava di una faccenda privata, tra moglie e marito e non accettava alcuna interferenza. Per questo li licenziò.
Tavoni, dopo il licenziamento e la sfortunata avventura all’ATS, ha continuato la sua carriera nel mondo delle corse come direttore dell’Autodromo di Monza dimostrando una passione e una competenza uniche ed esemplari.
Resta ora il ricordo della sua gentilezza, del garbo, dell’autentica signorilità: gli ultimi incontri a Mantova nel 2007 in occasione del 60esimo dell’incidente De Portago per rendere omaggio a coloro che persero la loro vita in quella tragedia o nelle vicinanze della pista di Fiorano dalla quale talvolta si affacciava per ammirare qualche Rossa in prova con quel sorriso stupito tipico dei bambini. Addio Romolo.
Lorenzo Montagner