Al Filarmonico di Verona “La scala di seta”

VERONA Domenica 27 marzo va in scena, al Filarmonico di Verona, “La scala di seta”, esito in cui la freschezza e il genio del giovanissimo Gioachino Rossini trovano terreno fertile nell’ambito della farsa comica: In questa nuova produzione, sono molti i giovanissimi interpreti che vantano già notevoli esperienze anche internazionali nel repertorio rossiniano: il soprano Eleonora Bellocci, appena applaudita a Verona in Rigoletto, è Giulia; l’amato Dorvil è interpretato dal tenore Matteo Roma, che debutta al Filarmonico, così come la Lucilla del mezzosoprano Caterina Piva, il frizzante Dormont del tenore Manuel Amati e il servo Germano del baritono Emmanuel Franco. Un vero lusso è il Blansac dell’illustre basso buffo Carlo Lepore, che anche simbolicamente, e sempre nel segno di Rossini, torna sul palcoscenico dove è stato protagonista nell’ultima produzione de L’Italiana in Algeri, interrotta dalla pandemia nel 2020, quindi pioniere l’anno successivo ne Il Barbiere di Siviglia, prima opera trasmessa in streaming. A dirigere l’Orchestra areniana è un altro giovane di talento con diverse esperienze all’attivo nel repertorio operistico, in particolare mozartiano e rossiniano: il tedesco Nikolas Nägele, anch’egli dopo un primo concerto sinfonico con i complessi artistici veronesi avvenuto nell’autunno 2020 senza pubblico in sala, trasmesso in streaming e tuttora disponibile sul canale YouTube e sulla webtv di Fondazione Arena. Per la prima volta a Verona, il maestro Nägele dirige La Scala di seta integralmente nella sua edizione critica. La Scala di seta prosegue un dialogo storico fra i palcoscenici veronesi e la musica del Cigno di Pesaro, che dalle prime esplorazioni degli anni ’90 è ripreso solo negli ultimi anni: accanto al fortunato Barbiere di Siviglia (opera recentemente anche areniana), alla già citata Italiana e Cenerentola, recentemente il Teatro Filarmonico ha visto in scena per la prima volta alcuni importanti titoli, come La Gazza ladra, Il Viaggio a Reims, nonché la Petite messe solennelle.
Lo spettacolo è affidato ad un’altra artista importante, anche rossiniana, di origini veronesi ma dalla carriera internazionale, prima come soprano, quindi come regista: è in questa veste che debutta al Filarmonico Stefania Bonfadelli a capo di un team creativo interamente femminile, comprendente la scenografa Serena Rocco, la costumista Valeria Donata Bettella e la light designer Fiammetta Baldiserri. Le gerarchie sociali ed economiche, i rapporti personali e lo humour originali di Rossini sono rispettati, anzi amplificati dalla drammaturgia che colloca la vicenda in un negozio di stoffe anni ’30: cosa che permetterà, fra gag e stoffe pregiate, anche la comparsa di una vera scala di seta. L’esilarante farsa rossiniana, in un unico atto di 90 minuti circa, dopo il debutto di domenica 27 marzo alle 15.30, raplica mercoledì 30 marzo (alle 19), venerdì 1 aprile (alle 20) e domenica 3 aprile (alle 15.30).
Elide Bergamaschi