Alla scoperta della torre civica di Suzzara: 150 gradini di storia per riuscire a scovare Alpi ed Appennini

SUZZARA  Avete presente quei monumenti che rappresentano la storia dei nostri territori ma che siamo talmente tanto abituati a vedere che non sentiamo il bisogno di conoscerli meglio? Sappiamo che sono da sempre nello stesso posto, nella stessa piazza e che, molto probabilmente resteranno lì in eterno e ciò sembra quasi far perdere loro fascino e attrattiva. Se facessimo una stima, probabilmente avremmo più mantovani saliti sulla Tour Eiffel rispetto a quelli che hanno visitato almeno una volta Palazzo Te. D’accordo, forse si sta esagerando, ma il concetto alla base del tutto è che ci risulta più facile andare alla ricerca di qualcosa di lontano, di esotico, rispetto a conoscere qualcosa di più vicino a noi. E questo, a ben pensarci, può essere una grave perdita: sono davvero tanti i monumenti del territorio mantovano che meriterebbero una visita; uno di questi è senza dubbio la Torre Civica di Suzzara. Sorta a guardia del castello accarezzato dalle sponde del Po, quando il Grande Fiume ancora passava per quello che oggi è il centro cittadino, la costruzione della Torre prende il via nel 1372, sotto Lodovico I Gonzaga, con funzione di foresteria per guardie e custodi, oltre ad essere strumento difensivo. Curiosamente, l’accesso avveniva dall’alto, attraverso il barbacane, elemento di meccanica medievale che è decisamente più comprensibile salendo i centocinquanta gradini che conducono alla sommità della stessa. Le evoluzioni della torre, cresciuta nel corso dei secoli con nuove aggiunte fino agli attuali trentadue metri (che ne fanno l’edificio più alto di tutta Suzzara), sono proseguite poi nel 1712, con la dotazione dell’orologio, voluto dagli Asburgo, e nel 1770 con il posizionamento della campana, visibile ancora oggi al culmine della salita. Appunto, il culmine della salita, là dove svetta il tricolore: dopo le ristrutturazioni post sisma e la riapertura nel 2015, la cima della torre, è la parte più affascinante della visita, non fosse altro per il panorama a trecentosessanta gradi che si può ammirare tra i merli. «In giornate particolarmente limpide, si vedono tranquillamente la cupola di Sant’Andrea, il monte Baldo e le Alpi dell’Adamello Brenta da un lato, così come il monte Cusna dall’altro, sul versante appenninico» commenta Donato Artoni, presidente del Wwf Mantovano, l’associazione che si occupa delle visite guidate alla Torre Civica. «Le visite le abbiamo organizzate ogni ultima domenica del mese; ovviamente, ora sono sospese causa Covid, ma contiamo di ricominciare quanto prima. La gente ci chiede quando ripartiremo, questo significa che è un’attività apprezzata e che puntiamo a far crescere. L’invito è aperto a tutti, suzzaresi e non, appena sarà possibile ricominciare». Ogni visita è gratuita, ha una durata di un’ora circa e i minori, dai 12 anni in su, devono essere sempre accompagnati da un genitore. Federico Bonati