Senza coscienza non c’è giustizia, ma liberandosi dall’esigenza di giudizio

MANTOVA Si parla di coscienza e giustizia a Palazzo San Sebastiano insieme all’ex magistrato Gherardo Colombo e Don Nicolini, che ha sostituito l’arcivescovo Vincenzo Paglia, trattenuto da problemi di salute. La giustizia presuppone delle regole, intese sempre più come sanzioni. Ma le regole sono altro, sono semplicemente delle indicazioni per arrivare a fare una data cosa. La giustizia deriva da quello che è giusto e quello che non lo è. Ma come lo si può affermare con certezza? E qui entra in gioco la coscienza, intesa come ciò che nel nostro intimo più profondo crediamo giusto o ingiusto, la necessità di essere coerenti, per essere, quindi, noi stessi. Ma come poter coniugare coscienza e regole? Ognuno ha la sua coscienza quindi ognuno ha le sue regole. Ma nel vivere comune questo non può funzionare. All’inizio della nostra storia il problema non si poneva, le regole derivavano da Dio, quindi erano indiscutibili. Poi sono cambiati i contesti e gli ambienti. Si è cercato un qualche principio universalmente riconosciuto a cui collegarsi, ma anche qui si è trovato un limite. Culture diverse hanno principi diversi, modalità diverse. Forse oggettivare questi concetti è più difficile del previsto, basarsi sull’astrazione non porta a risultati utili. Si deve andare a vedere la vita vera. Don Nicolini porta la sua esperienza con i carcerati. Loro hanno sbagliato e stanno “pagando” con la sofferenza. Ma a cosa porterà? Quando usciranno dal carcere avranno capito e quindi non si comporteranno più male? Difficile che accada, senza una terapia, senza scendere nel profondo di ognuno di loro per capire da dove derivano le loro azioni. La manza d’amore è la risposta. Chi è stato poco amato, non ne sente il bisogno e non ne donerà mai agli altri. Dobbiamo smettere di crederci tutti degli dei, non siamo migliori o peggiori degli altri. Dobbiamo liberarci dall’esigenza di giudizio, basare le nostre relazioni sul riconoscimento reciproco e non sulla sottomissione. Solo riconoscendoci come essere umani, troveremo una coscienza comune e, quindi, un pacifico vivere comune. (c.t.)