VERONA Una grande e irripetibile occasione musicale che racchiude lo spirito del 98° Opera Festival 2021: l’Arena di Verona si fa simbolo e guida della rinascita italiana, col patrocinio del MiC, le immagini della Fondazione Alinari, i versi di Schiller e le note di Beethoven, lanciando un messaggio di gioia, fratellanza, speranza. L’unica data, domenica 22 agosto, è già quasi completamente sold-out.
Eseguita solo per tre volte nella storia del Festival, l’ultima sinfonia compiuta di Ludwig van Beethoven (1770-1827) torna per un’unica serata con una fortissima valenza simbolica. Inizialmente programmata per il Festival 2020 per festeggiare il 250° anniversario della nascita del compositore, avrebbe visto salire sul podio Ezio Bosso, che l’aveva annunciata personalmente al pubblico in occasione della trionfale esecuzione dei Carmina Burana all’Arena di Verona. La riprogrammazione dovuta alla pandemia e la prematura scomparsa del Maestro hanno rimandato l’evento al 22 agosto del Festival 2021. Alla memoria di Ezio Bosso è dedicata l’esecuzione, che sarà guidata dalla giovane Erina Yashima, maestro tedesco di origini giapponesi, attualmente impegnata nei complessi d’eccellenza degli Stati Uniti, prima al fianco di Riccardo Muti presso la Chicago Symphony Orchestra, quindi come Assistant Conductor della Philadelphia Orchestra. Il podio areniano si è tinto di rosa nel corso del 2021 come non mai: dopo l’anteprima guidata da Nil Venditti e l’emozionante Messa da Requiem verdiana diretta da Speranza Scappucci, il debutto areniano di Erina Yashima conferma per Fondazione Arena lo sguardo attento al presente e al futuro dei migliori talenti internazionali, senza distinzione di genere.
La Nona, lungamente progettata, composta tra il 1822 e il 1824, rappresenta uno sforzo inedito per organico e ampiezza nel genere sinfonico, che sarebbe stato rivoluzionato per sempre: Beethoven sperimentò nell’uso di temi, ritmi e colori mai uditi prima di allora ed introdusse un messaggio extramusicale, il testo dell’Ode alla gioia di Friedrich Schiller (1759-1805), affidandolo a quattro solisti e coro. Prima dell’esecuzione del 7 maggio 1824 al Theater an der Wien, mai la voce umana aveva fatto irruzione in una composizione sinfonica. Il pubblico della prima salutò Beethoven, ormai notoriamente sordo, non applaudendo ma sventolando fazzoletti. Da allora, pur costituendo l’eccezione nel canone classico, la Nona sinfonia è diventata pietra miliare e terreno di confronto per tutti i compositori successivi, da Mendelssohn a Mahler, da Berlioz a Šostakovič.
La sinfonia, nella tonalità d’impianto di re minore e della durata complessiva di 80 minuti, rispetta la suddivisione classica e romantica in quattro movimenti: l’atmosfera di attesa ed eroismo permea l’Allegro non troppo, un poco maestoso; segue il celeberrimo Scherzo, Molto vivace, con i suoi timpani perentori, e quindi l’Adagio molto e cantabile, oasi contemplativa, quasi una preghiera, di variazioni che confluiscono l’una nell’altra. Altra rivoluzione è la struttura stessa del Finale, che ciclicamente riprende i temi dei primi tre movimenti per inserirli in un recitativo, prima solo orchestrale, quindi con il richiamo del basso: «Amici, non più questi suoni!» A cui rispondono il Coro e gli altri solisti, inneggiando alla gioia e alla fratellanza universale sui versi di Schiller, attraversando generi e atmosfere completamente diverse ed imprevedibili, dalla marcia militare, al coro a cappella, alla fuga. All’insegna della Gioia allegorica, il testo poetico manda un messaggio ancora più concreto: «Abbracciatevi, moltitudini!». Oltre all’Orchestra della Fondazione Arena, nel quarto movimento è quindi protagonista il Coro diretto da Vito Lombardi e quattro solisti d’eccezione: il soprano Ruth Iniesta, applauditissima Liù al fianco di Netrebko ed Eyvazov, il mezzosoprano Daniela Barcellona e il tenore Saimir Pirgu, entrambi raffinati belcantisti richiesti in tutto il mondo e al debutto stagionale in Arena, l’esperto basso Michele Pertusi, fresco vincitore del Premio internazionale Maria Callas.
Concludendo l’ideale viaggio in Italia all’insegna della Bellezza lungo tutto il Festival, per accompagnare la Nona sinfonia Fondazione Arena di Verona ha pensato ad un percorso per immagini curato con la Fondazione Alinari per la Fotografia di Firenze, che ha raccolto l’eredità del prezioso archivio storico fotografico, e realizzato con il video design di D-wok. Oggetto della scenografia digitale è un simbolico excursus nelle piazze più belle d’Italia e del mondo, colte in istanti speciali dall’alto valore storico e sociale, oltre che documentale. È, come dichiara Claudia Baroncini, Direttore della Fondazione, «un grande onore e un motivo di vera gioia per la Fondazione Alinari per la Fotografia partecipare alla realizzazione di questa serata memorabile, per il valore culturale dell’iniziativa e per i significati che essa racchiude. Le fotografie storiche degli Archivi Alinari, tra i più importanti e antichi giacimenti fotografici del mondo, divenuti patrimonio pubblico grazie alla Regione Toscana, nel connubio irripetibile dell’esecuzione della IX Sinfonia nell’Arena esaltano le loro possibilità narrative ed evocative. Un grande ringraziamento alla Fondazione Arena di Verona per l’invito, non solo a creare insieme la scenografia digitale, ma soprattutto a dare vita a una lungimirante condivisione tra istituzioni culturali, perché la ripartenza sia una vera rinascita per tutto il mondo della cultura».
«Siamo orgogliosi di presentare al pubblico areniano una serata unica, dedicata al più grande capolavoro di Beethoven, una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico – afferma il sindaco di Verona Federico Sboarina, presidente di Fondazione Arena -. Una sinfonia che ha attraversato i secoli, entrando nei più grandi teatri, diventando colonna sonora di film e spettacoli, che tutti riconoscono anche per la potenza dell’Inno alla Gioia. Siamo certi che questo concerto sinfonico emozionerà gli spettatori. Un ringraziamento va al cast, all’orchestra e al coro di Fondazione Arena che sono un’eccellenza culturale e artistica a livello internazionale».
«Ascoltare questo capolavoro dal vivo è sempre un privilegio – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona – ma quest’esecuzione è per noi tutti di Fondazione Arena carica di significato ed emozione. È il nostro omaggio a Beethoven e allo stesso tempo all’amico Ezio, che credeva nel potere della Musica e della condivisione. Lo ricordiamo in questo modo, con l’impegno e la passione che lo contraddistinguevano nel portare la Bellezza a tutti quelli che la credevano patrimonio di pochi: è stata una delle nostre missioni in questo Festival. Il nostro auspicio migliore per l’Arena e il suo pubblico, per l’Italia della Cultura e dello Spettacolo, per il mondo tutto, è quello racchiuso nei versi di Schiller e nella musica di Beethoven che non cessano di essere universali: che si torni ad abbracciarsi davvero con gioia e a guardare al futuro non con paura ma con speranza».
«Con la stessa gioia protagonista dell’ode di Schiller e la potenza della musica di Beethoven accogliamo l’ultimo evento speciale del Festival 2021» commenta il Direttore Generale di Fondazione Arena Gianfranco De Cesaris. «La libertà politica e di pensiero, essenza della Gioia illuminista e concetto cardine dell’ode schilleriana, è quanto mai attuale in questo momento e assume un significato ancora più forte se riletta con lo sguardo rivolto alla cronaca di questi giorni con le gravi tensioni in Afghanistan. I messaggi di pace, di speranza e di fratellanza universale siano davvero un augurio per i tempi futuri, per giungere all’attesa rinascita di cui abbiamo tanto bisogno».
«Gli artisti scritturati per questa esecuzione della Nona sinfonia – conclude Stefano Trespidi, Vicedirettore artistico – testimoniano una volta di più la levatura internazionale dell’Arena di Verona, che offre al suo pubblico anche in quest’ultimo gala i migliori interpreti vocali insieme ai propri complessi orchestrali e corali. Inoltre, dopo aver esplorato le diverse forme artistiche del patrimonio italiano e vaticano, il viaggio nella Bellezza di questo innovativo Festival si compie includendo finalmente la fotografia: gli scatti selezionati con Fondazione Alinari racchiudono istanti di gioia e momenti storici da un patrimonio ampio e lungo oltre un secolo. Dal sorriso di un bimbo in disparte ad una folla festosa, ognuno potrà trovare un particolare che lo coinvolga e lo faccia sentire parte di questo evento, della storia raccontata, dell’augurio universale che porta».
Per informazioni e biglietti: www.arena.it