MANTOVA – Francesco Reggiani saluta il suo pubblico, esce di scena in punta di piedi, strappando questa volta una piccola lacrima e va a testimoniare la sua passione per la lingua mantovana su un altro “palcoscenico”.
È scomparso ieri, infatti, all’età di 92 anni il noto e apprezzato autore, nato a Formigosa e residente da anni a Cerese, che con le sue opere, tra poesie e testi di commedie dialettali, regolarmente redatte con macchina da scrivere su semplici fogli e mai trasformate il raccolte o libri, ha raccontato quella Mantova genuina che ancora oggi affascina.
Nel 2000 è divenuto socio onorario del Cenacolo dialettale mantovano “Al Fogolèr” e si è sempre distinto con la brillante recitazione, a memoria, di poesie ma soprattutto di esilaranti racconti in rima, che catturavano l’attenzione e gli applausi del pubblico.
Nella sua Formigosa è stato per anni regista della locale filodrammatica, per la quale aveva anche scritto numerose commedie in dialetto mantovano tra le quali: “La buleta da cunpagnament” e “Rè Carlo d’Inghiltèra”.
Opera quest’ultima in cui a un certo punto, al ritorno dalle Crociate, c’erano i fabbri occupati a sbloccare la cintura di castità della Regina, che nel frattempo si era arrugginita.
Una delle battute più esilaranti in tale contesto era certamente: “Tra le ganbe dla Regina, la pareva n’oficina!”.
Il Presidente, il Consiglio direttivo e tutti i soci del Cenacolo dialettale mantovano “Al Fogolèr” partecipano, commossi, al lutto della famiglia Reggiani per la perdita del caro amico, poeta e socio onorario, Francesco. Paolo Biondo