MANTOVA – Tantissime persone hanno partecipato, nel pomeriggio di ieri, alla XXIII Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si è svolta presso la Sinagoga di Mantova, in via Govi 13, per ricordare e rendere omaggio alla figura di Fabio Norsa, scomparso 10 anni fa. Presenti autorità locali, cittadini, amici e familiari di Fabio, tra cui la moglie Licia e i figli Aldo ed Emanuela.
La Giornata è stata aperta dai saluti istituzionali del sindaco Mattia Palazzi e del presidente della Provincia Carlo Bottani. Un ricordo commosso è stato portato anche da Aldo Norsa, figlio di Fabio e attuale presidente della Fondazione Franchetti. Poi, il presidente della Comunità Ebraica di Mantova Emanuele Colorni ha presentato il nuovo libro “Fabio Norsa z”l 1946-2012” (z”l è una contrazione ebraica che significa “il suo ricordo sia di benedizione”), realizzato dalla Fondazione Franchetti e a cura di Cesare Guerra e Annamaria Mortari. Il volume contiene i contributi di Nicoletta Azzi, Maria Bacchi, Angelica Bertellini, Gianfranco Burchiellaro, Emanuele Colorni, rav Roberto Della Rocca, Gadi Luzzatto Voghera, Rodolfo Rebecchi e Frediano Sessi, oltre dei due curatori. Durante l’iniziativa, il giornalista Stefano Scansani ha dialogato con gli stessi autori per ricordare aneddoti e la storia di Fabio Norsa a 10 anni dalla sua scomparsa. Nato nel 1946 a Desenzano del Garda, passò l’adolescenza a Torino nell’orfanotrofio annesso alla Scuola rabbinica, completò gli studi tecnici a Milano e, rientrato a Mantova, trovò impiego all’Enel dove rimase fino alla pensione. Nel 1965 si sposò con Licia Vitali (si erano conosciuti da bambini già ai tempi dell’asilo israelitico di Mantova, nei primi anni ’50) da cui ebbe due figli, Aldo e Emanuela. Fabio è scomparso nel 2012 nella sua casa a Curtatone. Fu presidente della Comunità ebraica mantovana dal 1990 al 2012. Dal 1997 al 2012 fu presidente anche dell’associazione Mantova ebraica, dal 1993 al 2012 della Fondazione Istituto Giuseppe Franchetti e dal 2004 al 2008 consigliere dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Fu presidente anche dell’Anpi di Mantova, partecipò al progetto dell’Osservatorio sulle discriminazione Articolo 3 e collaborò con la Fondazione Università di Mantova. Nel volume, di circa 200 pagine dove vi sono anche varie foto, viene ricordato e sottolineato il suo impegno istituzionale e nella società civile, reso sempre per il bene della città. Gli autori del libro, autorità, studiosi e amici, gli hanno reso omaggio, ricordando iniziative, progetti, idee, conferenze, relazioni, valori umani e culturali messi in atto da Fabio. Come le vicende legate al Fondo di libri e manoscritti ebraici custoditi nella Biblioteca Teresiana, le iniziative in Sinagoga, le Giornate europee della cultura ebraica, le borse di studio consegnate agli universitari attraverso la Fondazione Franchetti e le mostre come “Mantova e la Qabbalah” nel 2001, in collaborazione con il Comune, al Palazzo della Ragione in città e nel 2002 a New York alla Casa Italiana Zerilli-Marimò.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, poi, è proseguita sempre presso la sede della Comunità, in via Govi 13, dov’è ubicata la Sinagoga Tempio Norsa, con canzoni, musiche e uno spettacolo teatrale.
Prima con le “Partiture della sera, musica sinagogale mantovana” eseguite dalla Schola Cantorum “Pietro Pomponazzo”, diretta dal maestro Marino Cavalca, che hanno proposto: Vaikolù di Lino Finzi, Moshè di Vittorio Norsa, Vaikolù di Benedetto Franchetti e She’ Anach’nu, tratto da un brano di Salomon Sultzer. Poi, “Canti e musiche della tradizione ebraica” eseguiti dal Coro ColHakolot di Milano, diretto dal maestro Massimiliano Tarli, con Bo yavo aboker, Shir Lashalom, Al shlosha Devarim, Hallelujah Laolam, Durme Durme e Gam Gam.
Infine, è stato messo in scena lo spettacolo teatrale “La notte prima della libertà” del Collettivo teatrale MaF di Bologna, con il monologo (ispirato al libro di Emanuele Colorni “Due passi in ghetto”) scritto e interpretato da Pasquale Faraco, le musiche di David Sarnelli e luci di Dragan Miladinovic, per la regia di Paolo Schena.