PARMA Secondo recital di pianoforte al Festival di Toscanini che, dopo Jae Hong Park, propone il giovane trevigiano Elia Cecino. L’appuntamento, il penultimo della manifestazione, è per giovedì 4 luglio ore 21 alla Casa della Musica e l’ingresso è gratuito.
Cecino ventitreenne si è affermato conquistando diversi premi ad importanti concorsi internazionali; in particolare ha vinto recentemente il primo premio all’Iturbi International Piano Competition 2023 di Valencia, in cui la giuria presieduta da Joaquín Achúcarro gli ha conferito anche i premi speciali per la migliore interpretazione di Beethoven e della musica di Chopin
Inoltre, ha vinto il primo premio ai concorsi di New Orleans, James Mottram di Manchester (Inghilterra) e Ricard Viñes di Lleida (Spagna); ha ricevuto ulteriori riconoscimenti in ambito internazionale, tra cui il Finalist Prize al 17° Arthur Rubinstein Piano Master Competition di Tel Aviv e il Vendome Virtuoso Award all’ 8º New York Vendome Prize.
Il programma, pensato per il Festival Toscanini, è composto da tre Sonate dal carattere passionale, la cui la scrittura densa tecnicamente complessa esige temperamento ed una notevole espressività. Apre la Sonata n. 1 in do maggiore op. 1 di Johannes Brahms che con quest’opera appassionata e altamente virtuosistica, – il primo movimento viene associato alla Sonata op.106 Hammerklavier di Beethoven – l’autore si presenta ai grandi del mondo musicale del suo tempo, inclusi gli Schumann. Clara Schumann scrive: “… il tutto è pieno di esuberante fantasia, intimità di espressione e padronanza della forma”.
A seguire Cecino presenta la Sonata Z ulice, 1.X.1905 (Dalla strada) di Janàček il cui sottotitolo allude ad un episodio di cronaca. Il 1° ottobre 1905 un operaio di nome František Pavlík viene colpito con la baionetta durante le manifestazioni a sostegno dell’università ceca a Brno. Il compositore, colpito dal tragico fatto ed indignato, gli dedica questa Sonata composta soltanto di due movimenti: “Předtucha” [Presentimento] cupamente inquietante, pieno di strani arresti e riprese, con ritmi fluenti interrotti da slanci appassionati, il secondo “la Morte”, illustra il dolore e il vuoto dopo il tragico evento.
Chiude il concerto la Sonata n.7 di Prokof’ev composta nel 1942, durante il periodo in cui si trovava nel Caucaso, dove era fuggito da Mosca all’avvicinarsi degli invasori tedeschi. Il compositore era chiaramente preso dagli orrori del conflitto, poiché inquietudine, ansia, amarezza e uno spaventoso fervore dominano le sue pagine.