Spettacolo di ritmi e fantasia al Bibiena con l’Ensemble di percussioni Tempo Primo

MantovaMusica

MANTOVA Il primo fattore che colpisce è quello scenico, con una miriade di strumenti ad occupare completamente il palcoscenico, ma, per il pubblico, ancora più sorprendenti si rivelano la grande varietà di colori ritmici e le possibilità espressive delle percussioni. Un evento particolare, dunque, quello che domenica pomeriggio, al Bibiena, ha visto brillante protagonista l’Ensemble di percussioni “Tempo Primo”, salutato dal calorosissimo consenso del pubblico. Teatro gremito e la convincente affermazione di Carlo Alberto Chittolina, Marco Benato, Paolo Grillenzoni e Leonardo Caleffi, i quattro componenti dell’ensemble, confermano la validità della programmazione dei Concerti della Domenica, nell’ambito della stagione concertistica MantovaMusica. Il repertorio proposto da “Tempo Primo” ha offerto un panorama decisamente variegato accostando pagine della grande tradizione musicale a brani contemporanei in un affascinante gioco di contrasti timbrici e dinamici, alimentati dall’incalzante utilizzo dei vari strumenti. Xilofono in primo piano, insieme al vibrafono, per le parti intensamente liriche ed armoniche, ma in costante dialogo e confronto con l’ampia strumentazione costituita da tamburi, piatti, percussioni etniche, nacchere, maracas, congas e bonghi. E così, all’incalzante progressione ritmica del Millenium Bug di Giovanni Sollima (1962) si sono contrapposti i mirabili intrecci della Fuga VII a 4 voci e della Fuga in re minore di J. S. Bach (1685-1750), interpretate con accurata proprietà tecnica dai quattro percussionisti. Aperto dai toni delicati di Fractalia di Owen Clayton Condon (1978), il concerto ha toccato i temi delicati e quasi cameristici di Fuga in Rosso, recentissima opera inedita scritta per “Tempo Primo” da Nicola Ortodossi – applausi anche per l’autore, presente al Bibiena – per approfondire uno sguardo sulle più recenti produzioni destinate a ensemble di percussioni. Ritmi incalzanti, con The Gilded Cage di Susan Powell (1981) e Ritual Music di David Skidmore (1982), il particolare colore del cajun per Catching Shadows di Ivan Trevino (1983), l’ipnotico minimalismo di Third Construction di John Cage (1912-1992), la suggestiva fluidità di Sleep di Eric Whitacre (1970), per approdare al gesto spontaneamente improvvisativo di Before John 5 di Aurel Hollò (1966): tracciando questo piacevole e spettacolare percorso sonoro, “Tempo Primo” si è qui confermato un ensemble originale e dotato di ottime qualità. Gli applausi del Bibiena, calorosissimi anche per il divertente bis – Dill Pickles, di Charles Johnson (1876-1950) – vanno ad aggiungersi ai lusinghieri apprezzamenti riscossi dai quattro percussionisti nel corso dell’attività iniziata nel 2013: esito pregevole di un progetto nato all’interno del Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova. (gmp)