MANTOVA Anche la seconda giornata di Trame Sonore è stata caratterizzata da un susseguirsi incalzante di appuntamenti preziosi tra i quali, come succede in ogni Festival, lo spettatore deve fare delle scelte, magari trovandosi costretto a rinunciare a qualche evento altrettanto invitante. Il sabato dell’8° edizione del Mantova Chamber Music Festival è iniziata con il “caffè” di Giovanni Bietti che, nel giardino di Palazzo Castiglioni, ha offerto un’acuta analisi del filo conduttore della manifestazione, il Focus Beethoven. E’ interessante e stimolante, come ha sottolineato Bietti, il fatto che su questa traccia, giustamente celebrativa dei 250 anni dalla nascita del genio di Bonn, gli artisti abbiano scelto di indagare opere della prima e dell’ultima produzione beethoveniana, spesso poco presenti nei programmi delle stagioni concertistiche. Ne è stato un esempio straordinariamente avvincente e di eccellente qualità il Quartetto n. 14 in do diesis min. op. 131 interpretato in modo magistrale dal Quartetto Prometeo al Teatro Bibiena. Altra tappa preziosa dell’itinerario tra le meraviglie, l’applauditissima interpretazione di Carolin Widmann e Alexander Lonquich nel Portico d’Onore di Palazzo Ducale della Sonata n. 7 in do min. op. 30 n. 2 per violino e pianoforte ha rivelato i molteplici spunti di energia propulsiva del giovane Beethoven. Chi ha avuto la fortuna di assistere, al Bibiena, al bellissimo concerto del tenore Mark Padmore, ottimamente accompagnato al pianoforte da James Bailleu, ha scoperto il fascino della meno celebrata produzione vocale di Beethoven. Impeccabile e intensamente comunicativo, Padmore ha proposto una significativa serie di lieder per concludere, in risposta ai lunghi applausi, con una composizione di Schumann. Entusiastica l’accoglienza in Piazza Santa Barbara per il prestigioso Settimino dei Berliner Philharmoniker protagonista di una eccellente esecuzione del Settimino in mi bem. magg. op. 20, impreziosita da qualità tecniche individuali di assoluto rilievo e un’attenzione meticolosa all’equilibrio sonoro. A concludere la giornata beethoveniana, un Alexander Lonquich ispiratissimo ha regalato, alla Rotonda di San Lorenzo, una spettacolare interpretazione della Sonata n. 29 in si bem. magg. op. 106. In un itinerario di tale fascino e qualità è doveroso citare almeno altri tre momenti assolutamente speciali: il Quartetto n. 13 in la min. D 804 “Rosamunde” di F. Schubert, affidato all’applauditissimo Quatour Hermès; la sorprendente abilità di SuyeonKang e Vicki Powell, alle prese coi Duetti per violino e viola K 423 e 424 di W. A. Mozart, e il violinista Marco Rizzi che, nella magica atmosfera della Rotonda di San Lorenzo, ha incantato il pubblico con un’impeccabile esecuzione della Partita n. 1 in si min. BWV 1002 di J. S. Bach. (gmp)