Continuano gli incontri letterari all’”Elena Coffee Bar”, in via XX Settembre. Sabato 15 febbraio, alle ore 18.00, sarà la volta di Enrico Saccani con la presentazione de L’irruzione. Ingegnere meccanico di Mantova ma profondo conoscitore anche delle province vicine – ha studiato tra Cremona e Brescia ed è di casa sia a Parma che a Modena – Saccani si definisce un esordiente tardivo. “Benché sia sempre stato un lettore forte, questo è il mio primo libro come scrittore. Nato nell’ormai lontano 2003 da un semplice colloquio, il racconto ha preso realmente forma solo dopo il Covid. E’ rimasto nel cassetto per diversi anni prima che mi decidessi a metterci mano di nuovo”. Si tratta di un breve racconto in un’ambientazione storica dove i personaggi sono di fantasia anche se liberamente ispirati a persone reali. “Vorrei che il mio libro rappresentasse un divertimento per chiunque si accinga a leggerlo; una sorta di vacanza in un territorio che si scopre grazie alla conversazione, al dialogo partecipato, con i personaggi che lo abitano”. Il richiamo va subito a Pirandello con l’opera “Sei personaggi in cerca d’autore” e soprattutto all’idea del teatro nel teatro. C’è un personaggio che in qualche modo le assomiglia o in cui lei si riconosce? “In realtà, no. Io ho voluto rimanere esterno agli eventi raccontati, per saperli descrivere con maggior oggettività, quasi fossi un conta-storie. C’è tuttavia un personaggio che alla fine, proprio nelle ultime pagine, tira le fila dell’intera vicenda, una specie di Hercule Poirot per Agatha Christie”. Da come l’intreccio è stato descritto, il libro si presta assolutamente ad avere un sequel. Ci ha già pensato? “Il riscontro positivo che ho ricevuto da parte di amici e parenti è stato così incoraggiante da spingermi a scrivere anche il seguito de L’irruzione, tanto che questo è già in mano dell’editore per essere pubblicato [Narrazioni Clandestine n.d.r.]”.