CERESARA Una speranza, una nuova vita: soprattutto un nuovo lavoro dopo essere rimasti a casa da due dei maggiori calzifici dell’Alto Mantovano: Lvt (ex Levante) di Castel Goffredo e Csp di Ceresara. Il progetto di ricollocazione cui hanno lavorato diversi enti nell’ultimo anno e mezzo, ha visto sei persone trovare una nuova occupazione. “Non tantissime”, si potrebbe pensare. Ma gli organizzatori del progetto spiegano che la situazione di partenza non era delle più facili. Anzi, era molto complessa.
Sta di fatto che nell’ambito del progetto “Azione di rete – Distretto della calza”, dei circa 100 lavoratori rimasti a casa dall’ex Levante e da Csp nell’ultimo periodo, sei hanno trovato un nuovo lavoro. «Si partiva però da una situazione decisamente complessa – spiega il Gianluca Ruberti, direttore dell’area formazione e lavoro di Solco e di Mestieri Lombardia -. Si trattava per lo più di donne, di età superiore ai 45 anni, a bassa scolarizzazione e con una lunghissima permanenza in azienda: dai 20 ai 30 anni all’interno dello stesso gruppo e quindi con una grande dimestichezza con il proprio lavoro, ma sostanzialmente senza altre esperienze. Per alcune di loro quello presso il calzificio era il primo impiego con una continuità di rapporto ventennale o addirittura di più lunga durata. Spesso le persone prese in carico dal progetto avevano svolto in azienda mansioni e compiti oggi desueti, divenuti automatizzati, delocalizzati o affidati all’indotto».
Ma, nonostante le difficoltà, in sei hanno trovato un nuovo lavoro: chi in altri calzifici, chi in alcune cooperative e una persona addirittura in una gelateria. Come spiegato durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati che si è tenuta ieri in municipio a Ceresara, se confrontato e rapportato con altre iniziative dello stesso tipo, il progetto per Lvt e Csp ha ottenuto buoni risultati.
L’iniziativa aveva preso il via ancora a novembre 2017: in quel periodo dai due calzifici di Castel Goffredo e Ceresara stavano fuoriuscendo 100 ormai ex dipendenti. Il progetto prevedeva la presa in carico di 30 lavoratori: di queste, 18 hanno aderito al progetto e, come detto, sei hanno trovato una nuova occupazione – alcuni sempre nel settore della calza, altri in settori diversi.
Il progetto “Azione di rete – Distretto della calza” è stato
sviluppato da un partenariato composto da Provincia di Mantova, Comune di Ceresara, Cgil, CIsl, Uil, Solco Mantova, Mestieri Lombardia, Irecoop Lombardia, Manpower e Ial Lombardia, con un finanziamento di 121mila e 33 euro. Il progetto ha offerto alle persone che vi hanno aderito servizi per favorire il loro accompagnamento e reingresso nel mondo del lavoro, in particolare con azioni individuali di orientamento, bilancio di competenze, coaching, accompagnamento alla ricerca attiva del lavoro, a cui si è affiancato un percorso formativo di gruppo “Addetto al confezionamento – Settore agroalimentare” di 44 ore.
All’incontro di ieri erano presenti, oltre a Ruberi, i sindaci di Ceresara Simone Parolini e di Asola Raffarele Favalli, il responsabile risorse umane di Csp Gianluca Marani, il consigliere provinciale Francesca Zaltieri con il responsabile del settore lavoro della Provincia Roberto Piccinini, il presidente di Aspa Enrico Burato e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Calze, gelati, cooperative: nuovo lavoro anche nella crisi
Ricollocate sei persone rimaste a casa dai calzifici Lvt e Csp