CASTEL D’ARIO – Procedono spediti i preparativi per la Bigolada di Castel d’Ario – in programma mercoledì 5 marzo – la manifestazione ultrasecolare che ogni Mercoledì delle Ceneri esalta il piatto simbolo del paese: i bigoli con le sardelle. Quella di quest’anno sarà la 175esima edizione, e per celebrare questo importante traguardo è stato emesso uno speciale annullo filatelico. L’iniziativa, promossa da Poste Italiane in collaborazione con la Pro Loco di Castel d’Ario, prevede durante lo svolgimento della festa l’allestimento di una postazione filatelica in piazza Garibaldi, dove sarà possibile ottenere l’annullo con il timbro creato appositamente per l’occasione. Alla cerimonia della timbratura parteciperanno il sindaco Daniela Castro, il presidente della Pro Loco Andrea Zuliani e alcuni rappresentanti di Poste Italiane. Nei giorni successivi, l’annullo resterà reperibile per sessanta giorni presso lo Sportello filatelico delle Poste in Piazza Martiri a Mantova, prima di essere depositato presso il Museo Storico della Comunicazione di Roma. Il riconoscimento filatelico non è tuttavia l’unica novità di questa edizione “speciale”. «A differenza degli scorsi anni, dove per storicità si determinava un’unica fila per il pagamento e per poi accedere alla distribuzione, procedura che comportava inevitabili lungaggini, quest’anno ci saranno due punti di acquisto separati, ben visibili e segnalati da apposita cartellonistica, dove poter acquistare non solo i bigoli con le sardelle bensì il resto del menù, bevande comprese, e dove ci si potrà recare per ritirare quanto ordinato al momento che gli avventori riterranno più opportuno – ha spiegato il presidente Pro Loco Andrea Zuliani -. Questo faciliterà anche l’incontro di più persone, magari dello stesso gruppo e compagnia, che per varie ragioni non potranno raggiungere la piazza allo stesso orario, o che per scelta intendono mangiare più tardi, dopo aver fatto due passi per il paese tra espositori, bancarelle, luna park e aver visitato la mostra fotografica allestita in castello».
Matteo Vincenzi