Chiesa del Carmine: i lavori sono in dirittura d’arrivo

SABBIONETA – A dieci anni dal terremoto del 2012 finalmente la chiesa del Carmine è in dirittura d’arrivo per poter riaprire al pubblico. Lo ha annunciato la parrocchia, con un misto di soddisfazione e sollievo, per la lunga durata del cantiere e gli sforzi estenuanti per trovare una soluzione che consentisse di salvare lo stabile, il più danneggiato dall’onda tellurica, che aveva colpito anche molti dei monumenti gonzagheschi della cittadina.
Ora, dopo anni di chiusura forzata della chiesa, si stanno concludendo i lavori di messa in sicurezza dell’antico edificio. Forse già a fine gennaio potrebbero essere smontati i ponteggi. Poi, annuncia la parrocchia, sarà necessario provvedere ad un’operazione di pulizia radicale, perché ci sono dieci anni di polvere e sporco da rimuovere.
«Si sta pensando alla riapertura in primavera – anticipa don Samuele Riva – e vorremmo che fosse un’occasione speciale, caratterizzata da una serie di eventi. Bisognerà pensare anche alla destinazione di questo piccolo gioiello. Chiunque avesse idee, proposte, è pregato di condividerle; chi avesse tempo e voglia per la pulizia e la messa in ordine dell’interno è parimenti pregato di farsi avanti. Non possiamo non esprimere un vivo ringraziamento all’architetto sabbionetano Guido Boroni Grazioli, che si è preso molto a cuore il progetto, seguendolo meticolosamente in tutte le sue fasi, così come alla ditta Favagrossa Angelo di Rivarolo Mantovano, che ha seguito i lavori. Non ultima Regione Lombardia, che sta elargendo i fondi necessari per il recupero degli edifici danneggiati dal sisma del 2012, come ha fatto anche per la chiesa del Carmine e per quella dell’Incoronata, in cui sono ugualmente in corso i lavori sulla lanterna». Fino a prima del terremoto il Carmine ha sempre ospitato nell’abside il crocifisso miracoloso donato da San Carlo Borromeo, forse l’oggetto più prezioso della chiesa, che dopo essere stato messo in salvo è stato collocato sull’altar maggiore della parrocchiale dedicata all’Assunta.
Ugo Boni