Il padre di Yana si appella a Stratan: “Ridammi mia figlia, viva o morta”

CASTIGLIONE – Sono ricominciate ieri mattina in zona Valle a Castiglione, in via Albana, le ricerche di Yana Malayko, la 23enne di origine ucraina irreperibile da giovedì sera, dopo che aveva staccato dal turno come barista. La ragazza, secondo le forze dell’ordine, sarebbe stata uccisa dopo una lite, forse a coltellate, dall’ex fidanzato il 33enne moldavo Dumitru Stratan. Le telecamere di videosorveglianza avrebbero inquadrato, la mattina di venerdì, Stratan mentre usciva dall’appartamento, che si trova sopra il bar Event Coffe, in viale Europa, dove lavorava Yana, con un sacco nero, per dirigersi verso zona Valle dove la sua auto è stata poi rinvenuta. Il 33enne è stato quindi arrestato venerdì dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dall’aver commesso il fatto nei confronti di persona con cui vi era una relazione affettiva, nonché per il delitto di occultamento di cadavere aggravato dal fatto di assicurarsi l’impunità rispetto al delitto di omicidio. Ora l’uomo si trova ristretto nel carcere di via Poma in stato di fermo; fermo convalidato ieri mattina dal gip, Antonio Serra Cassano, davanti al quale si è avvalso della facoltà di non rispondere; secondo gli inquirenti l’unico che potrebbe dire agli investigatori dove si trova il corpo della giovane donna. «Mi rivolgo a Dumitru per chiedergli di restituirmi mia figlia, viva o morta: lei è la persona più importante della mia vita». E’ questo l’appello di Oleksander Malayko , il padre di Yana, precipitatosi dalla Toscana dove lavora, non appena saputo della tragedia. «Io vorrei chiedere, a chi ha il potere di farlo, di avere la possibilità di incontrarlo per guardarlo negli occhi e chiedergli di ridarmi mia figlia – prosegue disperato il genitore -. Chiedo anche agli italiani di aiutarmi a cercarla. Io ho parlato con lei giovedì sera, voleva comprare una casa per allontanarsi da lui, L’ho sentita spaventata ma lei non mi ha detto nulla. Mia figlia sognava di avere una vera famiglia, ma, secondo quello che mi aveva raccontato, lui non era serio, voleva solo divertirsi. Le ha dato del tempo per cambiare ma lui è rimasto uguale e quindi Yana ha troncato la relazione. Un rapporto difficile fin dall’inizio ma io non potevo obbligare mia figlia a lasciarlo, era una sua scelta. Io, tra l’altro, lavoro lontano, a più di 600 chilometri e quindi non potevo essere sempre presente». La denuncia della scomparsa della 23enne ai miliari dell’Arma è stata fatta dalla sorella di lui, Cristina, proprietaria del bar dove lavorava la giovane ma anche amica della stessa, dopo che il 33enne l’ha chiamata confessando di avere fatto una sciocchezza. Forse lei, ora, o anche la mamma potrebbero convincerlo a parlare e a confessare dove si trova la ragazza. (k.)