Meno soldi per le fusioni, I Comuni ora protestano

BASSO MANTOVANO La “torta”, di fatto, è rimasta inalterata, ma dato che sono aumentati coloro che se la devono dividere – il calcolo è intuitivo – la fetta che spetta a ciascuno rischia di ridursi, e di parecchio: la torta cui facciamo riferimento è il plafond di risorse che lo Stato metteva e continua a mettere a disposizione dei comuni che sono nati da un processo di fusione (nel mantovano, come è noto, sono cinque: in ordine di “nascita” Borgo Virgilio, Sermide e Felonica, Borgo Mantovano, San Giorgio Bigarello e Borgocarbonara) e ora la paura che i trasferimenti possano ridursi significativamente è alta, tanto che in altre zone d’Italia – ne scriviamo nel box sottostante – la protesta è già montata in modo particolarmente rumoroso. Tuttavia il quadro sembra comunque meno fosco del previsto, almeno nel brevissimo periodo: «Lo scorso anno ci avevano riconosciuto una cifra più bassa – ci ha spiegato il sindaco di Borgo Mantovano  Alberto Borsari – ma in questi giorni abbiamo avuto notizia che, attraverso una redistribuzione del fondo residuo, è stato coperto integralmente quanto doveva arrivare per l’anno 2018. Chiaramente la situazione ci preoccupa ma intendiamo creare un fronte comune con i paesi mantovani nati da fusione per vedere riconosciuto un trasferimento che è frutto di un vero e proprio contratto tra l’ente e lo Stato. Diversamente questo contratto verrebbe meno». Nel Destra Secchia, la porzione di territorio mantovano che ha visto più fusioni, non mancano le voci che chiedono attenzione su questo tema, dal sindaco di Borgocarbonara  Lisetta Superbi che chiede che vengano salvaguardati i diritti dei comuni già andati a fusione, al primo cittadino di Sermide e Felonica  Mirco Bortesi: «Finora i trasferimenti per noi resterebbero secondo le attese ma è chiaro che il quadro generale ci preoccupa. Ecco perchè sosterremo l’iniziativa comune di tutti paesi mantovani e qualunque altra iniziativa volta a tutelare questi paesi». Anche perchè la fusione, secondo i sindaci, resta comunque un passaggio fondamentale da cui non si può tornare indietro: «Al di là dei trasferimenti – aggiunge Borsari – un processo di fusione è fondamentale per una migliore gestione del territorio e per essere competitivi a livello di bandi regionali e nazionali. Invitamo per questo motivo i nostri parlamentari locali a interessarsi alla vicenda».