Roncoferraro – Il titolare del Jolly Music Club: “Preoccupati per le discoteche chiuse”

RONCOFERRARO Nessuna speranza di riapertura per le discoteche che resteranno chiuse anche in zona bianca. L’atteso via libera che doveva essere legato all’uso del Green pass non è arrivato. E ora la situazione si fa veramente complicata, volendo utilizzare un termine soft, per un settore che annovera più di 2.500 imprese e oltre 50mila dipendenti, e con un fatturato complessivo di 5miliardi di euro nel 2019. Dal 2020, invece, zero incassi e tutti disoccupati.
«La delusione è tanta, ma non nascondo che la preoccupazione per il futuro è persino maggiore – commenta sconsolato Corrado Cortellazzi, titolare del Jolly Music Club di Roncoferraro, la discoteca più vecchia del Mantovano -. Francamente stentiamo a comprendere le ragioni che hanno spinto il Governo ad escludere le piste da ballo dai locali che possono accogliere clienti al chiuso a patto che mostrino il Green pass. Quello che fa male è anche la disparità di trattamento – prosegue nel suo sfogo Cortellazzi -. E non mi riferisco alle attività citate, che hanno il sacrosanto diritto di riaprire in sicurezza, ma ad anomalie che stentiamo a comprendere, e che ci fanno capire che nel nostro Paese alcuni lavori vengono ancora considerati, passatemi il termine, di “seconda serie”; e questo non solo è inaccettabile, ma anche offensivo».
E intanto continuano a proliferare “discoteche” e feste abusive. «Vien da sé che escluderci dall’unica condizione (il Green pass, ndr) per poter tornare a lavorare a pieno regime, significa offrire una “sponda” all’abusivismo del settore».
L’altro tema caldo è l’impossibilità di programmare l’attività lavorativa. «Avevo già definito il calendario degli eventi per l’autunno e anche quello invernale era ormai a buon punto – fa sapere l’imprenditore di Roncoferraro – ma questo nuovo stop ci costringe a rivedere il tutto, e mi creda, non c’è cosa peggiore che lavorare nell’incertezza».
Ed è per questo che molti gestori hanno deciso di ricorrere al Tar contro la decisione del Consiglio dei ministri di tenere chiuse le piste da ballo. Un lungo lockdown, quello delle discoteche, che rende incandescente questa estate di timori, sotto il segno della variante Delta. «Qualcuno dovrebbe spiegarci come mai vengono consentiti raduni e feste di piazza, giri in pullman con migliaia di tifosi al seguito, ma, viceversa, le piste da ballo continuano a rimanere out», rimarca Cortellazzi. «Un’altra cosa, poi, non l’ho capita: ci hanno sempre detto che tra i luoghi dove è più facile contagiarsi ci sono i mezzi pubblici: se è così vorremmo sapere perché per accedervi non serve alcun certificato».

Matteo Vincenzi