21 marzo: giornata internazionale delle foreste

Si celebra oggi la giornata internazionale delle foreste; più che un festeggiamento questo articolo vuole essere un “grido di allarme”, non tanto per i ben noti (e spesso strumentalizzati) problemi ambientali legati all’inquinamento, ma per per degli episodi molto più direttamente collegati ai nostri comportamenti.

Parliamo di attualità (caso MJ5) e della gestione del cane in libertà; molti ahimè si approcciano alla montagna e ai boschi come a delle grandi “aree di sgambamento”. La dinamica di questa tragedia annunciata è la seguente: fondamentalmente un proprietario di cane, in escursione per i monti ha lasciato che il proprio animale infastidisse un orso che per 18 (diciotto) anni non ha mai dato fastidio a nessuno, tenendosi alla larga da umani e dai loro animali da compagnia; quest’ultimo, si è comportato da orso, allontanando il potenziale pericolo / fastidio (cane) senza peraltro si arrivasse a danni gravi per nessuno. Tanto è bastato, cosi come nel caso di Daniza, per segnare il suo destino. La vicenda attuale (quella di MJ5 è ancora “in divenire”, ma personalmente ho poche speranze, ci sono linee guida e direttive da parte del progetto LIFE, dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale) ed il PACOBACE (piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro orientali) ma il presidente della provincia autonoma di Trento, anche questa volta, si muove con “logiche politiche” più che etologiche / scientifiche e quindi.

Legislazione

Come sempre la situazione legislativa in Italia non è chiarissima,  in linea di massima i riferimenti sono i seguenti:

Sul proprietario grava una responsabilità sia civile che penale, prevista dagli articoli 2052 c.c., 590 e 672 c.p., nel caso in cui il proprio animale sia l’autore di danni o lesioni a persone, cose o altri animali.

Nello specifico l’art. 672 c.p. definisce l’omessa custodia o mal governo di animali e stabilisce che: chi lascia liberi, o non custodisce con le debite cautele, animali pericolosi o ne affida la custodia a una persona non adatta come ad esempio, i bambini o le persone incapaci di trattenere un cane qualora questo dovesse diventare aggressivo, è punito con una sanzione amministrativa da 25 a 258 euro; sanzione chiaramente irrisoria e inadeguata come deterrente.

Perché definisco la situazione poco chiara? Anche in questo caso sono diversi i riferimenti normativi ai quali si deve fare riferimento:

I principali aspetti normativi da tenere in considerazione sono i seguenti:

  • Ordinanza Martini, che parla della tutela dell’incolumità pubblica dalle aggressioni dei cani, emessa dal Ministero della Salute il 06 agosto 2013 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 06 settembre 2013);
  • I regolamenti dei singoli comuni;
  • I regolamenti delle singole aree speciali e protette (Parchi Nazionali, Regionali, Locali, etc);
  • Il Decreto del Presidente della Repubblica dell’8 febbraio 1954, n. 320, che all’articolo 82 parla del Regolamento di polizia veterinaria;

 

L’Ordinanza Martini sancisce l’obbligo di:

  • condurre il cane “nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico” utilizzando sempre un guinzaglio (di lunghezza massima pari a 1,5 metri; nel caso di guinzagli allungabili vanno bloccati a questa lunghezza: sia i flexi che i guinzagli “da addestramento” con un moschettone ad entrambe le estremità);
  • di portare con sé una museruola da applicare nel caso di minaccia all’incolumità di altre persone o cose o su richiesta dell’autorità competente (indipendentemente dalla razza o stazza del cane);
  • e di avere con sé il necessario alla raccolta delle deiezioni del proprio cane.

Dall’Ordinanza Martini sono esclusi i cani utilizzati da persone con disabilità, i cani da lavoro, guardiani degli armenti, per la conduzione delle greggi, cani da caccia e i cani delle forze armate (esercito ecc) e dell’ordine (polizia ecc) e le “aree cani” chiamate “sgambamenti”; non è questo il momento per approfondire questo argomento, ma ci sarebbe molto da dire sulla gestione / mancata gestione delle interazioni e pericoli all’interno di queste aree;

 

Analizziamo l’ordinanza a grandi linee l’ordinanza:

  • L’unica cosa chiara è che il proprietario (intestatario presso i registri ASL / USL ecc) è responsabile del comportamento del proprio cane, e nel caso di danno arrecato dovrà risponderne personalmente;
  • la parte non chiara è chiaramente quella di principale interesse il fatto che l’Ordinanza Martini parla di aree urbane e luoghi aperti al pubblico (non luoghi pubblici, attenzione).

A questo punto ci dobbiamo rivolgere ai vari regolamenti comunali

La situazione è inevitabilmente molto eterogenea; nel caso non dovesse esserci nessun regolamento specifico si tratta allora di interpretare l’ordinanza Martini e del Decreto del Presidente della Repubblica dell’8 febbraio 1954 (che parla di obbligo di museruola e guinzaglio per i cani condotti nei locali e sui mezzi pubblici, e della sola museruola per i cani non condotti al guinzaglio quando si trovano in luogo aperto al pubblico);

 

Per quanto riguarda le aree naturali protette?

Queste zone ricadano all’interno di parchi naturali di diverso livello (nazionali, regionali, locali). Abitualmente è vietato anche l’ingresso a guinzaglio. Normalmente questo divieto è ben chiaro e ben segnalato al limitare delle aree interessate, con appositi cartelli.

 

Qual’è la ratio, perché è bene non lasciare liberi (e molto spesso totalmente non gestiti) i propri cani in campagna e in montagna?

Gli animali selvatici, come lepri, capriol, marmotte, cervi ecc, sono molto vulnerabili, in particolare nella stagione estiva quando si stanno preparando per affrontare l’inverno e/o stanno svezzando i loro cuccioli. Un cane lasciato libero che rincorre un animale selvatico può indebolirlo o disturbarlo fino a procurarne la morte. Il nostro cane può anche essere veicolo di malattie, tramite le proprie deiezioni (se non raccolte) che possono veicolare malattie come cimurro, leptospirosi o epatite a faine, volpi, tassi, donnole, lupi e orsi. In più è bene tener presente anche dei pericoli per il proprio cane.

 

Omessa custodia e malgoverno di animali

Proprio in merito alle responsabilità appena accennate, l’art. 672 c.p. prevede la fattispecie di omessa custodia o mal governo di animali e stabilisce che: chi lascia liberi, o non custodisce con le debite cautele, animali pericolosi o ne affida la custodia a una persona non adatta come ad esempio, i bambini o le persone incapaci di trattenere un cane qualora questo dovesse diventare aggressivo, è punito con una sanzione amministrativa da 25 a 258 euro.

 

Due pesi, due misure

Una verità incontestabile che “vegetariani&Co.” affermano è che ognuno di noi ha una sensibilità diversa e ciascuno pone l’asticella del”animale da compagnia / pet” e del “animale da cibo” in un punto diverso: per qualcuno il coniglio / cavallo sono compagni di avventure, per qualcuno semplicemente cibo, per altri invece sono un “mix”. Il fatto che nella nostra provincia nel nostro periodo storico (precisazioni entrambe molto determinanti al fine di quello che si andrà a dire) da noi cane e gatto non siano mangiabili ma lo siano altri animali non è certo espressione di ciò che è “giusto / sbagliato” ma semplicemente espressione di quella che è l’attuale insieme di convenzioni sociali, sintetizzate e distillate nella “normativa di legge”.

 Orsi

Benché io sia molto distante dal loro “credo” e conseguenti regimi alimentari, sento mia tutta la frustrazione che sicuramente devono provare loro nella divergenza di sensibilità riguardo alla tutela del “selvatico”.

Unanime è la difesa da parte di molte testate giornalistiche e personalità di spicco si sono mosse (giustamente) per “Daniza” e i suoi cuccioli prima e per ora per MJ5.

 Lupi

Per quanto riguarda i lupi l’opinione è discordante: c’è chi li vede come dei “cagnoloni selvatici” alla Disney, c’è chi è assolutamente contro e chi ha una visione teologicamente corretta e analizza la situazione informandosi scientificamente.. ma almeno se ne parla.

 Uccelli

C’è infine un’ecatombe che giornalmente viene costantemente ignorata o addirittura derisa. Molti proprietari di gatti lasciano vagare i propri animali sul territorio creando pericolo per loro, per le persone che viaggiano in moto / auto, ma (restando attinenti all’argomento della presente pubblicazione) specialmente per gli uccelli; non è questo il focus di questo articolo ma è consolidato il rapporto tra questa “gestione libertina” comune in tutto il mondo e il rischio di  estinzione di diverse specie di uccelli.