MANTOVA Cieli per lo più grigi, banchi di nebbia, qualche schiarita e temperature ancora autunnali fra 4 e 6 gradi oltre le medie. Il tutto in attesa di un veloce peggioramento in calendario dal pomeriggio di venerdì con il ritorno della pioggia.
Per vedere un po’ d’inverno dovremo attendere quindi almeno l’Epifania. Sul finire della settimana, quell’anticiclone che tanta stasi meteorologica ha provocato negli ultimi giorni si sposterà gradualmente verso l’Islanda favorendo la discesa del freddo dalle latitudini artiche verso sud. Solo a partire da domenica prossima l’Europa sarà interessata da correnti continentali che riusciranno a mettere piede lentamente nel Mediterraneo facendo calare le temperature di almeno 4 o 5 gradi nei valori massimi di almeno 9/10 in quelli minimi. Non si tratterà di un’ondata di gelo ma solo di un po’ di freddo (salutare per l’agricoltura) sotto forma di temperature minime negative nel corso della prossima settimana. Al momento non è prevista alcuna nevicata in pianura.
Fino allora le giornate saranno spesso grigie e in parte nebbiose con temperature massime diurne fra 9 e 10 gradi e minime attorno ai 4-5°. Solo giovedì avremo qualche schiarita in più, in attesa però del ritorno della pioggia venerdì, soprattutto nel pomeriggio, per il transito di una perturbazione abbastanza organizzata e in grado di riportare un po’ di neve oltre 1200 metri. Il maltempo proseguirà nella giornata di sabato per migliorare domenica, quando le temperature inizieranno a subire un certo calo.
Al momento non è in vista una vera e propria ondata di freddo, ma la prossima settimana sarà certamente più fredda di quella attuale.
Si è chiuso intanto un altro anno record. Se anche il 2022 era stato a Mantova l’anno più caldo sempre, il 2023 ha saputo fare meglio, staccando per altro di quasi mezzo grado ogni record precedente. I dati parlano di una temperatura media annua di 15,9 gradi, più due gradi oltre i valori statistici degli ultimi vent’anni e lontano da quegli 1,5 gradi di scostamento dalla media storica che anche all’ultima conferenza sul clima di Dubai considera determinanti.
Merito soprattutto di un mitissimo inverno, di un agosto equatoriale e di un autunno caldissimo che ancora non si decide a lasciare spazio all’inverno. Tanta anomalia è in buona compagnia: ben 13 degli anni più caldi degli ultimi cento si concentrano fra il 2000 e il 2023.
L’anno era iniziato con un gennaio più simile a novembre, tanto da risultare il secondo più caldo degli ultimi cinquant’anni dopo quello del 2008. Febbraio ha portato invece un po’ d’inverno nella prima metà con qualche notte realmente fredda (fino a -7°), ma nella seconda metà la primavera già bussava alla porta, affermandosi poi già a marzo, mese per altro molto arido come buona parte di aprile. A maggio, mese quasi per interno molto fresco, tornava finalmente la pioggia, normale a Mantova ma disastrosa in Romagna.
In estate ha fato notizia la terza decade di agosto, quando in cinque giornate consecutive la temperatura massima ha superato i 36 gradi con un picco stagionale di quasi 38°. L’estate non mollava la presa nemmeno a settembre: a metà mese il termometro raggiungeva ancora i 30 gradi. Caldo eccezionale anche in ottobre, il secondo più caldo di sempre con una media di 4,5 gradi oltre il normale, con un’acuta fase di maltempo finale. Novembre ha poi aggiustato il tiro dell’autunno per lasciare il testimone ad un dicembre straordinariamente mite, probabilmente il caldo del dopoguerra.
Infine, il 2023 ha visto cadere piogge molto irregolari. Mantova ha ricevuto circa 650 millimetri d’acqua contro gli 800 della media (un millimetro equivale ad un litro d’acqua per metro quadro) ma la parte più settentrionale ha superato abbondantemente i 900.
Alessandro Azzoni