Processo kafkiano, sotto accusa cambia cognome: assolto

MANTOVA –  Era stato riconosciuto dalla vittima di un furto in base a una foto segnaletica che gli era stata scattata nel 1997, quando aveva 18 anni. Il furto che gli veniva contestato era però avvenuto nell’ottobre 2014, quando di anni ne aveva ormai 35 e nel frattempo aveva pure cambiato cognome. Una situazione decisamente kafkiana quella per la quale  Matteo De Rossi, precedentemente  Matteo Bresciani, da Carmagnola, provincia di Torino, si è trovato a processo con l’accusa di furto aggravato. Secondo l’accusa De Rossi si era presentato a casa di un anziano di Magnacavallo insieme a un complice, spacciandosi per un addetto della rete idrica che doveva fare dei controlli su eventuali contaminazioni; una scusa per distrarre il padrone di casa e derubarlo. L’anziano aveva sporto denuncia fornendo una descrizione di uno dei ladri dove risultava avesse sui 35-40 anni. In seguito i carabinieri di Magnacavallo ricevevano dai loro colleghi di Asti la segnalazione riguardo al De Rossi, allora ancora Bresciani, quale autore di diverse truffe in danno di anziani, con un  modus operandi molto simile a quello usato a Magnacavallo. La vittime riconosceva il 35-40enne da una foto in bianco e neo di 17 anni prima e tanto bastava a mandarlo a processo. Ieri lo stesso imputato, presente in aula, ha rilasciato delle spontanee dichiarazioni nelle quali, pur riconoscendo di avere dei precedenti, ha detto di non avere mai derubato persone anziane con il metodo della truffa porta a porta. Il Pm ha terminato la propria requisitoria chiedendo una condanna a un anno e 4 mesi di reclusione e 800 euro di multa. Il giudice ha però accolto la richiesta del difensore e ha assolto l’imputato per non avere commesso il fatto.