MANTOVA La Sampdoria ha strappato un pari pesante al Bari e il Mantova è rimasto da solo al quartultimo posto in classifica, che significa play out, con 29 punti. L’ottimista segnala che la salvezza dista solo una lunghezza, mentre il vantaggio sulla retrocessione diretta è di due. Non solo: appena più su del Mantova, a quota 30, ci sono ben tre squadre. E poi una a 31, una a 32 e una a 33. Insomma, nei bassifondi la classifica rimane cortissima e basta una vittoria per sparigliare le carte. Purtroppo è proprio questo il problema del Mantova, che di vincere non sembra più capace e che nelle ultime cinque gare ha rimediato un solo punto. Burrai e compagni sembrano piombati in un buco nero senza apparente via d’uscita. Serve un cambio di passo deciso rispetto all’andazzo degli ultimi due mesi.
Il ko di Frosinone ha ulteriormente messo in agitazione la piazza. C’è chi chiede l’esonero di Possanzini, ma da viale Te fanno sapere che l’allenatore resta saldo in panchina. Del resto, mancano ancora 10 partite, la squadra è stata formata a sua immagine e somiglianza, Piccoli e Botturi lo hanno sempre definito elemento centrale e imprescindibile del “progetto Acm”. Di più: la squadra non dà l’impressione di essere slegata dalle direttive del mister, anzi. Quindi, avanti tutta con Possanzini. Almeno per il match di sabato con la Juve Stabia. Tuttavia, il tecnico marchigiano è anche il primo a dover trovare la soluzione per uscire dalla crisi. Sia a livello tecnico-tattico che caratteriale. L’ultima partita in cui il Mantova non ha preso gol risale al 30 novembre (0-0 col Modena): da lì in poi, 13 gare e ben 25 palloni raccolti in fondo alla propria rete. In attacco non va tanto meglio: sono troppe le occasioni gettate al vento. Possanzini parla di scarsa convinzione sottoporta e non ha tutti i torti. Anche a Frosinone i biancorossi hanno costruito ghiotte opportunità, a partire da quella di Galuppini poco dopo l’1-1. Per non parlare di quelle clamorose capitate a Solini e Cella nel secondo tempo. Tocca a Possanzini, oltre che trovare le contromisure adatte per subire meno, trasmettere ai giocatori quella “cattiveria” e “determinazione” (per usare le sue stesse parole) che in questo momento sono carenti. È la prima volta nella sua avventura mantovana che il tecnico si trova a gestire una situazione così delicata. Possanzini ha sempre riposto una grande fiducia nei propri giocatori, elogiandoli spesso in pubblico. Un atteggiamento quasi paterno che finora ha pagato, ma forse è arrivato il momento di cambiare registro, toccando altre corde e mettendo chi scende in campo maggiormente di fronte alle proprie responsabilità.
Da settimane le considerazioni sono le stesse: la squadra è viva, non si dimostra inferiore alle avversarie, paga cari alcuni episodi. Continuare a ripeterlo, tuttavia, non risolve i problemi. Assodato che certi limiti di questo gruppo sono evidentemente insuperabili, non rimane che aggrapparsi all’orgoglio. Ultimo appiglio per centrare un obiettivo (la salvezza) che, nonostante tutto, rimane più che mai alla portata.