Calcio Serie C – Mantova, parla Messori: “Felice della mia crescita. Ora voglio il gol”

Pietro Messori
Pietro Messori

MANTOVA Da titolare o da subentrato, Pietro Messori finora le ha giocate quasi tutte. «È vero – sorride – . Ho saltato solo la partita inaugurale col Sangiuliano, per il resto sono sempre sceso in campo. Ricoprendo svariati ruoli: il quinto a centrocampo, la mezzala, il mediano… Il mio ideale sarebbe la mezzala, però mi piace questa versatilità, è un passo avanti che ho compiuto rispetto allo scorso anno». Il centrocampista del Mantova, cresciuto nel Modena, compirà 21 anni il prossimo 29 dicembre. È alla seconda stagione di C e racconta così la sua crescita: «Mi sento mentalmente più libero, di giocare e anche di sbagliare. L’anno scorso ero più frenato, mentre ora mi “butto” più facilmente. Il merito è anche di mister Corrent, che mi ha reso più duttile e mi ha dato un consiglio importante: gioca facile la prima palla che tocchi, ti aiuterà a “liberarti” di eventuali insicurezze. Ovviamente so di avere ancora tanto da imparare. Per esempio dovrei segnare qualche gol, perchè una mezzala che non segna non è proprio perfetta».
Il Mantova viene dalla vittoria di Arzignano: «Una bella boccata d’ossigeno – la definisce Messori – . È stata la nostra prima in trasferta, ci voleva. Secondo me abbiamo dato prova di grande compattezza e concretezza. La ritengo una buona prestazione di squadra, di quelle che fanno crescere. Il clima nello spogliatoio non era pesante, però sapevamo di doverci sbloccare al più presto anche in trasferta. Ce l’abbiamo fatta». Ed ora il passo successivo: ripetersi con la FeralpiSalò. «Faremo di tutto per riuscirci perchè è fondamentale. Sarà una partita tosta, perchè la Feralpi è una squadra competitiva. Bisognerà concederle il meno possibile».
Il match coi bresciani precede una partita ancora più attesa: quella con la Juve Next Generation, in programma domenica 27 all’Allianz Stadium di Torino. L’attende con impazienza anche Pietro: «Sono juventino – confessa – . Per me sarà un’emozione e un onore giocare in quello stadio».