Viadana Samuele Locatelli è uno dei volti simbolo di questo Rugby Viadana, la squadra più forte degli ultimi due campionati, ma anche la meno brava nei due atti conclusivi. La sconfitta in finale con Rovigo è una ferita difficile da rimarginare. «Nel primo tempo abbiamo fatto un grande lavoro – spiega il terza linea -, ma ci è mancata quella meta in più che ci avrebbe messo al riparo dal loro rientro. È stato un periodo logorante più per noi che per loro: loro ci hanno aspettato e poi hanno inserito nel secondo tempo giocatori di maggiore esperienza come Casado e Swanepoel». «So che per i tifosi è stato un boccone amaro – aggiunge “Loca” – ma per noi e per lo staff è tre volte più dura da digerire. Questa sconfitta brucia più di quella contro Padova: avevamo più esperienza, avevamo conquistato la seconda regular season consecutiva e il primo tempo sembrava promettente. Purtroppo non è bastato».
Quando è girata la partita? «Coach Pavan ci dice sempre che il momento peggiore per concedere punti è poco prima dell’intervallo. E noi abbiamo regalato un calcio facile, che non era decisivo nel punteggio ma ha dato loro slancio. Poi la meta segnata al 50’ è stato il vero punto di rottura. Lì abbiamo iniziato ad avvertire la pressione e a perdere un po’ di lucidità. Sono dettagli che in una finale pesano come macigni». E ora, cosa succede? «Difficile dirlo. La qualità del gruppo è così alta che credo ci sia la volontà di continuare insieme. Non possiamo cancellare la vittoria a Rovigo, i 60 punti segnati in casa e l’aver lasciato a zero il Valorugby in semifinale. Quei risultati non si archiviano con una sconfitta, vanno tenuti stretti. Ora è il momento del confronto e delle valutazioni, con la consapevolezza che la base su cui lavorare resta solidissima. Chi rimarrà in questo gruppo conosce il suo valore, chi entrerà ne beneficerà. Il mio futuro? Sto bene qui. Per me non è mai stata solo una questione economica, ogni anno ha vinto il cuore. Ma è troppo presto per dire qualcosa: non perché non voglia parlare, ma perché non ci sono notizie da dare. Non ancora». (ale)







































