MANTOVA Aveva resistito alcune settimane salvo poi, giunto al limite della sopportazione, evadere dai domiciliari per andare a chiedere direttamente ai carabinieri di trovargli una sistemazione alternativa. Perché per lui, ristretto in regime detentivo nella propria abitazione, la convivenza forzata con la ex moglie era diventata insostenibile. E così, benché conscio delle inevitabili conseguenze cui sarebbe andato incontro, aveva deciso di uscire di casa per recarsi a costituirsi in caserma. I fatti, ascritti a un 45enne italiano di Suzzara, risalivano ai primi giorni dello scorso aprile. Nella circostanza l’uomo, una volta giunto dai militari, aveva quindi preso a spiegare per filo e per segno la situazione domestica cui suo malgrado era stato costretto nell’ultimo periodo, paventando altresì l’ipotesi di un suo trasferimento in carcere: «Meglio la galera che continuare a vivere con lei». Non prendendo comunque le sue parole alla lettera ma dovendo comunque far rispettare la legge, gli uomini dell’Arma si erano a quel punto visti costretti a far scattare di nuovo le manette circa il reato di evasione. Nei suoi confronti il giudice, convalidato l’arresto, lo aveva quindi rispedito ai domiciliari, salvo venire “accontentato” in seguito dal magistrato di sorveglianza, finendo così in carcere. Ieri l’imputato, all’esito del processo a lui istruito per tale vicenda, è stato mandato assolto per particolare tenuità del fatto, così come chiesto anche dal pubblico ministero, ma continuando però a scontare la precedente condanna dietro le sbarre.