Colpo di coda del florovivaismo. Mantovani: colta l’opportunità dell’e-commerce

MANTOVA “Dal presupposto di dover gettare l’intera nostra produzione vivaistica per la primavera 2020, siamo passati a festeggiare una stagione che fino ad ora è andata molto bene, ha ripreso con una sterzata inattesa e abbiamo recuperato le perdite”.

Una ventata di positività arriva da Enrico Bernardi, 49 anni, titolare della Floricoltura Bluflora di Quingentole, specializzato in coltivazioni di piante e fiori stagionali.

“A marzo, all’inizio del confinamento, quando ancora non era stata consentita la possibilità delle consegne a domicilio, il settore florovivaistico è entrato in crisi, anche perché solitamente la primavera rappresenta almeno il 50% del nostro fatturato – racconta Bernardi -. Noi abbiamo interrotto la produzione a fine marzo per non incorrere negli invenduti e abbiamo ripreso nelle settimane successive, quando è stato possibile aprire il canale di delivery, sostenuto da ordini arrivati non solo via telefono, ma anche tramite Facebook”.

“Anche il settore florovivaistico – afferma il vicepresidente di Coldiretti Mantova, Fabio Mantovani – ha saputo con grande flessibilità cogliere l’opportunità dei social network come formula di approccio diretto a un pubblico più giovane e attento alla natura e all’ambiente. Purtroppo non in tutti casi il settore ha potuto beneficiare della svolta e, in particolare nel settore dei fiori recisi o le aziende orientate all’export, le difficoltà sono state maggiori”.

Sorprendentemente, interviene Bernardi, “il periodo di lockdown ha spinto molte persone a curare l’orto, il giardino o il balcone, con nuovi adepti che si sono messi alla prova con il pollice verde”.

L’omaggio agli operatori dell’ospedale di Pieve di Coriano. Nei giorni scorsi Bluflora ha donato 11 begonie a ciascun dipendente dell’Ospedale Destra Secchia di Pieve di Coriano, per un totale di 540 confezioni di fiori al personale dei reparti del presidio ospedaliero. “Desideravo fare un omaggio a quanti, anche amici, si sono spesi in prima linea per questa emergenza – dice Bernardi -. Le avevo vendute tutte e le ho piantate appositamente, ma era il minimo riconoscimento per chi ha vissuto una battaglia quotidiana in ospedale”.