Investito da un ubriaco che viaggiava senza cintura e che morì nello schianto. A giudizio per omicidio stradale

MANTOVA  Esattamente sei anni fa, mentre si trovava a bordo della propria auto, era stato centrato da un’altra vettura che all’improvviso aveva invaso l’opposta corsia di marcia. Uno schianto rivelatosi poi purtroppo fatale per il conducente responsabile del sinistro occorso il tardo pomeriggio del 22 aprile 2017 lungo la Sabbionetana, a poca distanza dal centro abitato di Villa Pasquali. Dai successivi rilievi investigativi era quindi emerso che la vittima, un 55enne del posto, al momento dell’incidente si trovava alla guida non solo senza cintura di sicurezza ma, altresì, con un tasso alcolemico ben oltre il limite consentito e pari nella circostanza a 2,37 grammi per litro. Alla luce di tutti questi elementi però, era stato ugualmente rinviato a giudizio circa l’ipotesi di omicidio stradale l’altro automobilista coinvolto, un 32enne cittadino moldavo residente nel Parmense. A lui infatti era stato contestato il mancato rispetto di una determinata norma del codice della strada, disciplinata all’articolo 141, secondo cui “il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile”. Stando quindi a tale interpretazione normativa l’imputato, che secondo ricostruzione cinematica del perito del Pm viaggiava ad una velocità di 78 chilometri orari in un tratto in cui il limite era di 90 – è addebitata la mancata condotta adeguata al contesto. In poche parole, secondo l’accusa, benché procedendo entro i limiti di velocità non avrebbe avuto il tempo necessario per decelerare fino a 50 chilometri orari stante l’inizio del centro abitato a poco meno di dieci metri dal luogo dell’impatto. Prossima udienza in settembre.