Da Bach a YouTube, il talento di Paolo Ghidoni tra storia e nuove visioni

Mantova Ogni giorno è un traguardo e un punto di partenza: tra l’intensa attività di concertista e quella didattica l’impegno professionale di Paolo Ghidoni è un susseguirsi di affermazioni, stimolati opportunità di crescita culturale e sviluppo di nuovi progetti.
Indissolubilmente legato alla sua Mantova, dove è nato nel 1964, Paolo Ghidoni rappresenta un punto d’eccellenza e assoluto riferimento per il Conservatorio di musica “Lucio Campiani”, presso il quale da alcuni decenni è docente di Musica da Camera, mettendo a disposizione il frutto di tutta la sua esperienza e del prestigio conquistato nel panorama internazionale.
Una brillantissima carriera come violinista solista o in ensemble di primaria importanza, quella di Paolo Ghidoni, arricchita da una discografia che comprende più di 20 titoli diversi di varia area. Ultima realizzazione, il recentissimo CD con l’integrale dei Quattro trii di Brahms eseguiti insieme ai colleghi del trio Edone, Marco Perini e Ruggero Ruocco. A favorire l’eterogeneità dei suoi interessi è l’attitudine a conservare uno sguardo ampio sulle varie forme di linguaggio musicale anche se, per sua ammissione, si sente più portato per la musica del 800 e coltiva un’attenzione particolare verso quella contemporanea. Preferenze che si riflettono nella sua ricerca di programmi nuovi, soprattutto di associazioni tra brani che vadano oltre il rapporto temporale, con l’intento di riuscire ad abbinare pagine del 900 o anche contemporanee a storiche composizioni di due o tre secoli fa. Connessioni che ama proporre quando affronta programmi per violino solo, come è successo varie volte in Rotonda di San Lorenzo, il luogo di Mantova, insieme al Teatro Bibiena, che Paolo Ghidoni ama di più in assoluto per la sua atmosfera di intimo raccoglimento. “Mi piace molto fare queste assonanze, cosa non semplice – precisa Ghidoni -, perché bisogna riflettere con cura. Penso che la cosa più difficile per un musicista non sia tanto pensare di fare un concerto, ma come gestire il programma, la sua durata e soprattutto fare in modo che abbia un senso”. Un progetto a cui si sta dedicando con grande impegno riguarda l’esecuzione dei Concerti per violino e orchestra nella scrittura originale per pianoforte e violino fatta dai compositori stessi. Iniziato lo scorso anno con l’incisione dell’Op. 26 di Bruch, è proseguito recentemente con l’Op. 35 di Tchaikovsky e prossimamente si amplierà con Schumann, Brahms e alcuni concerti del 900 – Stravinskij, Prokofiev -, periodo in cui era ancora più diffusa la pratica dei compositori di pubblicare una loro versione pianistica. È una serie di registrazioni che Paolo Ghidoni pubblica sul suo canale YouTube e anche su Instagram e Facebook. A questo riguardo c’è in programma la prima assoluta del Concerto Op. 47 di Sibelius nella particolarissima versione pianistica di Fritz Kreisler di cui Paolo Ghidoni ha reperito il manoscritto originale conservato in una biblioteca non europea. “La scelta dei canali social per la diffusione della musica è in linea col mondo di adesso – riconosce Paolo Ghidoni -: dà la possibilità a tutti di poterne fruire e consente all’esecutore di essere completamente libero dai condizionamenti e dei limiti imposti dalle case discografiche. Un modo per andare incontro ad un pubblico più ampio e anche più giovane”.
Tra i numerosi impegni professionali in calendario, di rilievo è la prossima realizzazione, in collaborazione con il Conservatorio di Vicenza e per la direzione di Marco Tezza, del Canto della terra (Das Lied von der Erde) di Mahler nella versione di Schoenberg per piccola orchestra e due cantanti, in pratica a parti reali. Un costante impegno in cui passione, creatività e competenza portano a misura d’eccellenza il talento tecnico e il prestigio di Paolo Ghidoni di cui il “Campiani” e la comunità mantovana si onorano. (gmp)