MANTOVA Al piano terra del Castello di San Giorgio, nel nuovo allestimento dedicato alla raccolta rinascimentale inaugurato venerdì scorso, sono per la prima volta esposte al pubblico due opere di recente acquisizione da parte di Palazzo Ducale.
Si presenta oggi il primo dei due acquisti: un olio su tavola raffigurante la Crocifissione del cosiddetto Maestro di San Vincenzo Martire.
Il dipinto è di piccole dimensioni, misura 94×73 cm, e raffigura Cristo sulla croce, ai piedi della quale è Maria Maddalena, mentre a sinistra è mostrata la Vergine che sviene e, a destra, sono i santi Giovanni Evangelista, Benedetto e Girolamo. Apparsa sul mercato antiquario, è stata subito riconosciuta da L’Occaso e poi, indipendentemente, da Mauro Minardi, come opera del cosiddetto ‘Maestro di San Vincenzo Martire’.
Il ‘Maestro di San Vincenzo Martire’ deve il suo nome a una tavola di grandi dimensioni che si trova nel Palazzo Ducale di Mantova, sulla quale è rappresentata la “Madonna col Bambino tra i santi Vincenzo Ferrer, Giovanni Battista, Osanna Andreasi, Vincenzo Levita, Barbara e Romano”. Il dipinto, una pala d’altare, proviene dalla chiesa delle domenicane di San Vincenzo di Mantova.
Nel ‘Maestro di San Vincenzo Martire’ è stata rilevata la forte presenza di derivazioni da Pietro Perugino, “il meglio maestro d’Italia”, come lo definirono i suoi contemporanei.
L’opera del ‘Maestro di San Vincenzo Martire’ rivela principalmente due fonti d’ispirazione, Mantegna e il Perugino. Il ‘Maestro di San Vincenzo Martire’, un artista non eccezionale ma preziosa testimonianza di diffusione dell’arte del Perugino in nord Italia e per la precisione a Mantova, sembra quindi non possa essere identificato con altri che non Bartolomeo Fancelli e la “Crocifissione” potrebbe essere la prova di questa ipotesi. La tavola è ora esposta nel nuovo allestimento al piano terreno del Castello di San Giorgio, nella nuova sezione “Rinascimento a Mantova”, inaugurata il 25 ottobre. Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale di Mantova: «Chi altri se non Bartolomeo Fancelli, un mantovano nato alla corte del Mantegna e formatosi con il Perugino, avrebbe potuto proporre il curioso cocktail che ci offre la “Crocifissione”? La nostra tavola mescola, infatti, la “Crocifissione Chigi” del Perugino, a Siena (chiesa di Sant’Agostino), con il “Noli me tangere” mantegnesco della National Gallery di Londra, dal quale copia la Maddalena. L’opera è stata acquistata dall’antiquario perugino Fabio Mearini, il quale ha fatto restaurare la tavola e che ringrazio».