MANTOVA «La situazione è drammatica». È la conclusione postulata dal sindaco Mattia Palazzi a fronte dei tagli in arrivo agli enti locali dalla manovra finanziaria abbozzata dal ministro economico Giancarlo Giorgetti sulla scorta degli indirizzi imposti dalla premier Giorgia Meloni. Una batosta «che finirà per mettere i Comuni in ginocchio», aggiunge il primo cittadino, e dalla quale Mantova si attende rubinetti chiusi per circa 350mila euro. Troppi.
Per Palazzi, che ne dà conto sulla stampa nazionale, la legge di bilancio «necessita di correttivi che vadano a recuperare i 4 miliardi tagliati alla spesa sociale, i quali andranno a mettere a dura prova la tenuta dei servizi e anche degli investimenti dei Comuni per le politiche abitative pubbliche, oltre che la rigenerazione urbana delle città». Una posizione, questa, che arriva da Palazzi non solo in qualità di sindaco, ma anche di vice presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni. Non senza creare uno iato in seno alla stessa associazione.
Diversamente dal presidente Roberto Pella, che aveva espresso soddisfazione per la manovra del governo, Palazzi stigmatizza questo ricorso a un regime di austerità: «Meloni, dopo anni, ha reintrodotto un vincolo percentuale sul turnover del personale al 75%, che mette in crisi persino i concorsi in essere. Dopo 8 anni senza tagli, dal 2016 al 2023, tra il 2024 e il 2029 si arriverà a circa 2 miliardi di tagli sulla spesa corrente, cui si aggiungeranno i 3,5 miliardi di mancati contributi statali sugli investimenti. È evidente – conclude il sindaco – che serviranno correttivi, e che il confronto col governo dovrà continuare».
Del resto, a lanciare un grido d’allarme era già stato il vicesindaco Giovanni Buvoli, i cui uffici avevano già quantificato il “buco” di 350mila euro annui dovuto alle linee della manovra Meloni: «Meno soldi a chi ha percepito più entrate dai fondi del Pnrr significa andare a pesare sulla spesa corrente, ed è una follia: ti dànno i soldi per fare le scuole, ma te li tagliano per mantenerle».