MANTOVA – Sono arrivati sabato pomeriggio in piazza Sordello, accolti per conto del Comune dall’assessore Alessandra Riccadonna, i pellegrini in bicicletta che da lunedì scorso hanno percorso oltre 400 chilometri lungo la Ciclovia di Sant’Andrea, da Calalzo di Cadore fino al cuore della città virgiliana. In diciotto – anziché venti, «qualcuno ha dovuto rinunciare per motivi di salute» – hanno seguito un tracciato antico, riscoperto da Mario Marchi, cuore e motore dell’iniziativa. «Non sono l’ideatore – precisa – ho voluto ripercorrere il cammino che nel Medioevo la gente della mia terra, i friulani, faceva per arrivare a Mantova e venerare le reliquie nella Basilica di Sant’Andrea. Mi sono basato su una ricerca di Felix Fabri, padre domenicano vissuto nel Medioevo, che ha descritto l’itinerario». Un pellegrinaggio che si compie con spirito di fede ma anche come esperienza ambientale e culturale: «È un percorso di fede e di ambiente, anche di natura. Si attraversano le ciclovie del Trentino, la Val Pusteria, l’Adige, fino al lago di Garda. Sessanta dei 420 chilometri – spiega – li abbiamo coperti in motonave, da Riva del Garda a Peschiera». Marchi racconta che l’itinerario, giunto alla decima edizione, fu testato la prima volta con suo figlio: «Aveva dieci anni. Se lo ha fatto lui, può farlo chiunque». Un cammino oggi reso riconoscibile anche grazie alla segnaletica installata lungo il tragitto: «Abbiamo cominciato a tabellare – spiega Daniele Mattioli di Fiab Mantova – ne abbiamo messi tre: uno a Ponti sul Mincio, uno al chiosco dei mulini a Pozzolo, e l’ultimo sul Lungolago del Mincio». Simboli e spirito non mancano: il logo dell’itinerario racchiude il profilo del monte Antelao da cui si parte, la conchiglia del pellegrino, la croce rossa nodata di Sant’Andrea, e il giglio di Carlo Magno, considerato il primo pellegrino del percorso giunto a Mantova nell’804. E come ogni pellegrinaggio che si rispetti, c’è anche il “passaporto”: le credenziali di percorso, rilasciate in ciascuna delle sette tappe. «Funziona come il cammino di Santiago. Ogni tappa ha il suo timbro. Questo qui – mostrano l’ultimo – lo faremo oggi alla Basilica». Un viaggio che unisce FIAB Mantova, Roma, Modena, Pordenone. «Ci auguriamo che la cartellonistica si estenda – auspicano – e che la Ciclovia possa crescere ancora, con più adesioni e sostegno». Poi, l’arrivo in Sant’Andrea, dove sono stati accolti da Giorgio Spaggiani, priore emerito della Compagnia del Preziosissimo Sangue: «Tutta Mantova nasce nell’804 quando, nel cortile di Sant’Andrea, si ritrova la cassetta con il sangue e le ossa di Longino. Da allora Mantova ha un vescovo, diventa città, e assume una dimensione storica con la visita di Leone III che porta a Carlo Magno l’autenticità del ritrovamento. Papi e imperatori sono venuti ad adorare quella che è, per chi ci crede, l’unica traccia corporea di Cristo sulla Terra». Infine, il valore giubilare del cammino: «Quest’anno i nostri amici pellegrini avranno il privilegio, domattina (stamattina ndr), di scendere nella cripta e vedere la reliquia, perché è l’anno santo – la reliquia veniva esposta solo l’11 marzo e il Venerdì Santo. Un pellegrinaggio che diventa anche giubilare, essendo Sant’Andrea stata elevata a chiesa giubilare». Antonia Bersellini Baroni





































