MANTOVA Avrebbe accettato di appartarsi con lui credendolo di poco più grande di lei. E invece la differenza d’età tra i due era di oltre vent’anni. Venerdì sera, attorno alle 23, una ragazzina di soli 16 anni è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Poma con chiari segni di violenza sessuale. L’abuso, stando al suo racconto, ora al vaglio degli accertamenti delle forze dell’ordine, si sarebbe consumato nel ripostiglio di una piscina in provincia di Mantova, dove la giovane era andata a trascorrere alcune ore in compagnia di altre coetanee nell’ambito di una serie di iniziative legate a un Grest estivo. In ospedale la ragazzina, arrivata insieme ad una donna, avrebbe riferito che ad abusare di lei sarebbe stato un bagnino in servizio in quello stesso impianto sportivo. I sanitari l’avrebbero così subito sottoposta ad un visita ginecologica. Il responso dell’esame avrebbe quindi confermato la consumazione di un rapporto completo. Per questo alla 16enne sarebbe stata subito somministrata la pillola del giorno dopo. Al termine degli accertamenti clinici la presunta vittima sarebbe stata dimessa con una prognosi superiore alle tre settimane, assegnate soprattutto a fronte delle modalità dell’episodio e data la minore età della paziente. Il presunto abuso, stando sempre alla versione fornita dalla giovanissima, sarebbe stato commesso in uno sgabuzzino, in cui l’uomo l’avrebbe attirata con la scusa di darle alcuni euro per comperare un gelato.