Abusi sulla figlia minorenne, confermati i 10 anni all’orco 45enne

MANTOVA – Lo scorso marzo era arrivata la stangata in primo grado: 10 anni di reclusione per violenza sessuale su minore; lo scorso 31 ottobre è arrivata la conferma della sentenza in appello. Un uno-due che sa di definitivo per un 45enne albanese a giudizio con l’accusa pesantissima di violenza sessuale perpetrata ai danni della figlia minorenne e all’epoca dei fatti infra-quattordicenne. Una sentenza che potrebbe avere un’influenza anche sulla decisione, attesa a breve, dei giudici bresciani sulla richiesta del difensore del 45enne, avvocato  Simonetta Barbi, relativamente alla revoca della custodia cautelare in carcere cui è attualmente sottoposto. Una vicenda agghiacciante, questa che si era consumata in ambito familiare e su cui era stato mantenuto il più stretto riserbo. Secondo quanto emerso gli inquirenti avevano iniziato ad indagare sul caso alla fine del 2017 dopo che la giovanissima vittima aveva trovato il coraggio di denunciare quell’inferno di abusi che per anni era stata costretta a subire in silenzio. I fatti erano poi trapelati all’inizio del 2018 dopo la segnalazione presentata alle forze dell’ordine. Dopo mesi d’indagini serrate, in manette era così finito il padre della giovane, nel frattempo trasferita in una struttura protetta. Il quadro accusatorio per l’uomo è decisamente inquietante e parla di reiterate violenze sessuali commesse sulla propria figlia ancora oggi minorenne. Nello specifico gli episodi si sarebbero protratti per un arco di tempo lungo diversi anni e iniziati quando la ragazza era poco più che una bambina. Rapporti, estorti con la violenza, che si sarebbero consumati esclusivamente all’interno delle mura domestiche e perpetrati dal genitore approfittando dei momenti in cui la moglie era assente. Il processo di primo grado era terminato con la condanna del 45enne a 10 anni contro gli 8 chiesti dal pm, e la revoca della patria potestà. Tutto confermato in appello, compresa la provvisionale immediatamente esecutiva da 40mila euro alla parte civile, la figlia con la madre, costituitesi con l’avvocato  Elisa Ghizzi.