Adozioni arcobaleno, scintille in consiglio comunale

MANTOVA Il Comune spingerà sul governo per chiedere l’ammissibilità di iscrivere all’anagrafe i figli di coppie omogenitoriali. La mozione del centrosinistra, discussa animatamente ieri in consiglio comunale, è passata con i voti della maggioranza, non senza la dura opposizione di Stefano Rossi (Mantova ideale) e Per Luigi Baschieri (Forza Italia). Il testo letto dal capogruppo della lista gialla Davide Provenzano, che ritiene tale provvedimento una “tutela del minore”, ha trovato nel “giallo” Pierpaolo Parogni un contrafforte etico: «Da 25 anni vivo con un compagno e non ho mai esaurito il mio desiderio di paternità». Parogni sottolinea anche che non sono infrequenti i casi di genitori che rifiutano i figli perché affetti da disfunzioni, mentre coppie arcobaleno non possono godere di genitorialità perché la maternità surrogata in Italia è vietata».
Brusca la replica di Rossi, forte delle normative vigenti e delle sentenze di Cassazione e della Corte europea, tutte volte a dimostrare che simili pratiche rappresentano «uno sfruttano delle madri». Oltretutto, ribatte Rossi, «come quelli etero, finiscono anche i matrimoni gay, e in tal caso si apre la strada dei soggetti separati al disconoscimento dei figli». Tema questo, sottolinea, che oltretutto vede «molto più diviso il centrosinistra che il centrodestra». Fermo restando, conclude, che in tutta questa discussione «si considerano solo gli interessi degli adulti, ma ben poco si guarda ai diritti dei bambini».
Posizione avversata dal sindaco Mattia Palazzi, con l’iscrizione anagrafica «si tutelerebbero assai più i bambini, ai quali si darebbe diritto di avere dei genitori».
Altre scintille si sono sprigionate quando Lidia Bertellini del gruppo misto ha cercato di far passare il messaggio che i figli di coppie omogenitoriali possono vantare di avere due mamme e due papà», né più né meno dei figli di coppie etero separate e riaccompagnate. Posizione, questa, energicamente contrastata da Rossi: «Nessuna delle mie figlie chiama “mamma” la mia nuova compagna».
Alla prova dei numeri, la maggioranza ha vinto.