Alla Corneliani cancelli aperti, ma resta l’allerta dei sindacati

MANTOVA – Una colazione ancora tutti assieme, poi finalmente, dopo oltre 50 giorni di presidio, i cancelli di via Panizza sono stati riaperti. Per circa 300 dipendenti della Corneliani è stata una realtà la ripresa dell’attività, pur nell’incognita dei futuri sviluppi della vicenda che aveva portato la proprietà quasi due mesi fa a sospendere la produzione e a presentare in tribunale la domanda di concordato preventivo.
Il lungo braccio di ferro ingaggiato dai lavoratori assieme ai sindacati e alle istituzioni adesso quantomeno ha assicurato una garanzia di 10 milioni posta dal ministero dello sviluppo, oltre a 5 milioni disposti da Investcorp, principale azionista. Ma sono gli stessi lavoratori, al momento di riprendere il proprio posto nella maison, a manifestare l’esigenza di dare corpo a un piano industriale sostenibile nel breve termine, proprio come richiesto dalla Filctem Cgil. Un piano che contempli già entro agosto la ricerca del necessario per proseguire l’attività, oltre a esibire strategie di rilancio e rinnovamento dei capi.
Dal canto suo le Rsu già da domani entreranno in azione con la proprietà portando sul tavolo del confronto la questione contingente delle buste paga, e quelle pregresse degli ammortizzatori sociali (soprattutto scivoli pensionistici) che la stessa azienda si era impegnata coi sindacati a mettere in campo per fronteggiare le difficoltà, annunciate a novembre, al fine di evitare il brusco licenziamento di un terzo del personale.
Dal canto suo il segretario Filctem  Michele Orezzi guarda con maggiore ottimismo, ma senza facili abbagli, all’evoluzione della crisi. «La parola d’ordine è “fuori il piano industriale” – dice – senza del quale tutti noi siamo determinati a riprendere la lotta. Non diamo nulla per scontato». Anche lui però, come pure il sindaco  Mattia Palazzi, ieri era a colazione davanti ai cancelli prima del tanto atteso e sofferto ritorno ai posti di lavoro.