MANTOVA – Quando si parla di Risk Management spesso si pensa ad attività che coinvolgono grandi multinazionali o addirittura gli stati. E invece non è così. Claudio Urbani, presidente di Api Servizi srl che ha attivato un percorso per fare cultura su questo tema, ancora più importante alla luce anche di quello che è successo e potrebbe succedere con il covid.
Cosa si intende quando parliamo di Risk Management?
“Per spiegare meglio cosa vuol dire gestione del rischio dobbiamo cambiare il nostro punto di vista. Pensiamo che facciamo del Risk Management ogni mattina quando decidiamo che vestiti indossare per uscire di casa. Se non abbiamo guardato le previsioni, non abbiamo nemmeno aperto la finestra e anche guardato l’agenda “rischiamo” di indossare un abbigliamento non adeguato alle condizioni meteo e/o alle persone che incontreremo. E’ come uscire in costume quando fuori nevica o andare ad una riunione di lavoro con pantaloncini e maglietta. Se provate a pensarlo così capite che ognuno di noi fa un minimo di risk management sia a livello personale che aziendale anche se non lo chiama così”.
Qual è il vostro approccio per portare questo tema nelle aziende?
“E’ un approccio pratico e concreto che ha l’obiettivo di sfatare la concezione diffusa che si tratti di una tematica applicabile solo alle grandi Aziende. Invece non è così. Noi abbiamo incaricato uno dei nostri consiglieri, Dario Inverardi, di seguire personalmente il progetto. Sta organizzando una serie di incontri e sportelli gratuiti per spiegare che dei buoni processi di Risk Management non richiedono necessariamente sovrastrutture costose e complesse”.
Ci potrebbe spiegare in poche parole in cosa consiste questo approccio?
“Abbiamo previsto una serie di appuntamenti informativi e formativi per dare alle aziende gli strumenti utili a capire a cosa serve una buona gestione del rischio. Spesso molti pensano che basti una buona assicurazione e invece occorre sapere cosa assicurare, per che valore e a quali condizioni. Altrimenti si rischia di usare un ombrello per proteggersi da una frana, con conseguenze catastrofiche. Occorre fare un’analisi dell’azienda seguendo almeno quattro fasi: l’identificazione del rischio e la sua misurazione, per poi arrivare a valutare come procedere e individuare la miglior gestione”.
Detto così sembra facile…?
“E’ un’analisi complessa ma noi abbiamo previsto una specie di allenamento e di percorso che consente a tutte le aziende di portare a termine il progetto. Senza dimenticare che noi ci focalizziamo sul dare all’imprenditore gli elementi per decidere come muoversi: sarà lui poi a confrontarsi con i suoi professionisti e assicuratori di riferimento”.