Il Capodanno che non c’è: la festa è dai balconi

MANTOVA Come tutte le altre attività sospese, anche il Capodanno in tempo di pandemia si è spostato sui social. Anzi: causa divieti di assembramento pure a domicilio, l’intero periodo delle feste ha traslocato on line, con auguri di ogni genere partiti già dal 20 dicembre e diventati sempre più insistenti con l’avvicinarsi dei giorni cruciali. Lunghissimi messaggi con commenti e considerazioni sul terribile, ma da tenere ben presente, 2020, foto di party in tempi passati, con sterminate compagnie, distanziamenti inesistenti, sorrisi inebriati dall’alcol, fiocchettoni in testa e maglie coloratissime bombardate di paillette, in perfetto stile “Last Christmas”.
D’altra parte i social per questo esistono: perchè ciascuno di noi diventi protagonista, per la propria immagine o le proprie opinioni. E, nei mesi di mancata socialità, la condivisione passa sul web, un angolo della rete dove sia possibile scambiare auguri, mettere in evidenza ricordi, esprimere speranze. Oltre a postare profluvi di leccornie preparate per l’occasione. Perché il cibo e la cura della casa sono rimaste le ancore di salvezza su cui concentrare tempo, attenzione, energie. Così la cucina è diventata la stanza più frequentata della casa e una tavola ben allestita ha reso più piacevole i pasti trascorsi tra pochi intimi. Se non in solitudine, come è stato per molti. Salvati, anche in questo caso la tecnologia è arrivata in nostro aiuto, dalle videochiamate ad amici e parenti.
In città non è mancato, comunque, chi si sia organizzato in modo alquanto professionale, attendendo la mezzanotte del 31 dicembre per lanciare fuochi d’artificio con tutti i crismi e lanterne cinesi, a puntellare il cielo di luci che serenamente si alzavano in lontananza. Insomma: qualcuno non ha resistito alla tentazione di una celebrazione tradizionale di fine anno. Anche se non consentita.
C’è poi il Capodanno dei luoghi da tempo chiusi, ma non inattivi, come teatri e musei, o, in maniera diversa, dei ristoranti. Per la ristorazione le feste comandate hanno rappresentato l’unico momento in cui il delivery si sia animato, non solo per sushi o pizza, ma anche per piatti differenti e più elaborati.
I musei mantovani, che ci hanno consentito di ammirare le loro bellezze almeno on line, hanno fatto un bilancio delle attività svolte e lanciato nuovi progetti, i teatri hanno salutato il pubblico auspicando il ritorno degli spettacoli dal vivo, ma continuando ad offrire esperienze con nuovi format sul web. Lo stesso vale per il mondo musicale, che ci consente di rivivere l’emozione di tanti concerti.
E, alla fine, il bilancio del Capodanno e delle feste è, per tanti, che aver trascorso tali eventi in particolare solennità non sia poi stato così male, privilegiando aspetti diversi rispetto a quelli cui si ponga attenzione solitamente. Infatti, il vero problema del fatidico cenone non è certo l’assenza del parente di nono grado a tavola, ma la vera solitudine di chi non sia potuto stare, in questa e in altre occasioni, con le persone care.
E poi tutto quello che ruota intorno alle chiusure e all’emergenza sanitaria, ossia la crisi economica e sociale, l’incertezza ancora pressoché totale sulla situazione nell’immediato futuro. Allora la voglia di fare gli auguri, confidando che dal 31 dicembre al 1 gennaio tutto migliori ed esternando un pensiero sui social, è più che comprensibile. E un “mi piace” non si nega a nessuno.
Ilaria Perfetti