Caccia a chi ha dato da bere al 16enne ricoverato in coma etilico

MANTOVA Sarà sentito nei prossimi giorni dagli agenti della Polizia locale il 16enne che nella serata di sabato scorso è crollato al suolo in coma etilico nella centralissima piazza Mantegna. Gli agenti del comando di viale Fiume lo hanno già convocato insieme ai suoi genitori. Ciò che la Polizia locale sta cercando di ricostruire è la dinamica dell’accaduto, se il ragazzo era da solo o, come sembra da alcune fonti, in compagnia di altre persone, forse anche dei maggiorenni, che però se la sarebbero squagliata quando lui è stato male. In questo caso si profilerebbe anche il reato di omissione di soccorso, ma ciò che più interessa agli agenti della Polizia locale è sapere dove o tramite chi il 16enne si è procurato gli alcolici che lo hanno poi fatto finire in ospedale. In questo caso specifico, avendo la vittima più di 16 anni di età, non si procede in sede penale ma solo a livello amministrativo. La legge 48 del 18 aprile 2017 specifica due divieti distinti, ovvero vendita e somministrazione di alcolici a minorenni. Per chi somministra alcolici a minori di 16 anni è previsto fino ad un anno di arresto in base all’articolo 689 del codice penale. Chi invece vende alcolici a un minore di 16 anni può vedersi sospesa la licenza commerciale. È invece considerato solo un illecito di natura amministrativa la somministrazione di bevande alcoliche a minorenni di età compresa tra 16 e 18 anni. La pena prevista in questo caso è una sanzione tra i 250 ed i 1000 euro (di media 500 euro). In caso di recidiva da parte del commerciante è prevista la sospensione di 3 mesi della licenza commerciale e di una sanzione tra i 500 ed i 2000 euro. Altri sono invece i numeri per quella che nel Mantovano è una vera e propria emergenza, quella dei alcolisti alcolisti, un fenomeno che purtroppo sta prendendo sempre più piede. Lo scorso anno l’ospedale Carlo Poma di Mantova ha contato più di 350 accessi di minorenni con problemi legati all’abuso di alcolici. Tra questi la maggior parte risultano essere femmine, attaccate alla bottiglia se possibile più dei loro coetanei maschi. Per contro sono invece pochissime le richieste di sostegno al Serd e ai consultori da parte di questi alcolisti in erba e tanto meno dai loro genitori, segno che questo resta comunque un fenomeno ancora sommerso forse perché meno visibile della tossicodipendenza. Sul versante dell’opera di contrasto a questo triste fenomeno da parte delle forze dell’ordine, da inizio 2019 sono già state sospese le licenze di sei locali pubblici in cui venivano venduti alcolici a minorenni.