Causò la morte del figlio 11enne: condanna definitiva a 14 anni di reclusione

MANTOVA  I giudici della Corte di Cassazione ieri hanno rigettato il ricorso della difesa e confermato la condanna a 14 anni di reclusione per Gianfranco Zani, il 56enne di Casalmaggiore finito in carcere per aver appiccato il fuoco all’abitazione coniugale, con conseguente morte per asfissia del figlio 11enne Marco, il 22 novembre 2018 a Ponteterra di Sabbioneta. Zani è stato condannato per i reati di incendio doloso e omicidio colposo in tutti i tre gradi di giudizio. a conferma della tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Laura Ferraboschi, che già nei precedenti processi aveva chiesto la derubricazione con conseguente riqualificazione dell’omicidio volontario in omicidio colposo. Zani è stato dunque ritenuto responsabile di aver appiccato il rogo che ha causato la morte del figlio ma non di aver voluto ucciderlo. Tale versione era stata corroborata in sede processuale da un’intercettazione ambientale, circa un colloquio captato in carcere tra l’imputato e la propria sorella. In tale conversazione l’uomo aveva ammesso di essere entrato quel pomeriggio nella villetta di via Tasso con l’intento preciso di bruciare la biancheria intima dell’ex consorte, Silvia Fojotikova e di aver per prima cosa verificato se in casa ci fossero i figli, chiamandoli a voce alta; non ricevendo alcuna risposta aveva salito le scale dirigendosi nella stanza matrimoniale dove aveva dato fuoco al letto. Con quel gesto, come dichiarato anche dallo Zani stesso, voleva parzialmente vendicarsi per tutto quello che lei gli aveva fatto patire. Infine viste le fiamme avvolgere l’abito in fibra sintetica aveva portato fuori i cani e se n’era andato. L’accusa aveva invece sostenuto la tesi dell’omicidio volontario chiedendo l’ergastolo.