MANTOVA Si scrive “circolo culturale islamico”, ma la consuetudine ormai è di leggere “moschea”. E la notizia rimbalzata ieri dalla assemblea condominiale di Galleria Ferri di una trattativa in corso per concedere in uso i sotterranei dell’ex sala giochi a un’associazione islamica ha mosso un vespaio, e non solo fra i condòmini.
Cittadini, social network e persino forze dell’ordine hanno iniziato a raccogliere informazioni. Nemmeno le istituzioni locali si sono chiamate fuori. L’assessore alla mobilità, sicurezza e commercio Iacopo Rebecchi ha dato risposte a molti cittadini sulle pagine di Facebook che alla data odierna non è pervenuta allo Sportello unico comunale alcuna richiesta di apertura di centri di cultura islamica in Galleria Ferri. Precisazione non significativa invero, dal momento che tale operazione compiuta da un soggetto privato rappresenterebbe solo un subentro in attività entro immobili già destinati a uso pubblico. Dunque, che ci entri, come in passato, una palestra di judo, una casa d’aste, una rivendita di tappeti, un rettilario o, come pare avvenga adesso, un centro culturale islamico, al Comune non dovrebbe interessare nulla.
Maggiori preoccupazioni però sono state colte meritamente dal sindaco Mattia Palazzi, che ha chiesto lumi agli uffici competenti di via Roma in materia. E il suo giudizio sull’operazione parrebbe inequivocabilmente negativo. Come dire che questa concessione di affitto manzonianamente “non s’ha da fare”.
«Per prima cosa – dichiara il sindaco – vorrei fosse chiaro che questa non è una iniziativa del Comune, ma una iniziativa privata della proprietà dell’immobile, la quale l’ha comunicata nell’assemblea di condominio. Ad oggi infatti non risulta alcuna richiesta in Comune per assegnare i locali a un centro islamico. Dopodiché io penso che quello sarebbe il posto sbagliato dove farlo. Ho comunque chiesto agli uffici di approfondire la materia dal punto di vista normativo e edilizio, e dal primo esame, sia delle norme regionali che nazionali, non sembra nemmeno possibile».
Palazzi non si esprime sulla natura del “circolo”, ma non gli è sconosciuta quella di altri centri, nati come “culturali”, in via Torelli e a Lunetta, trasformatisi presto in luoghi cultuali. E a questo punto scatta anche il problema amministrativo legato alla sicurezza e alla liceità degli affitti.
E proprio su questo punto infatti si giustificano le preoccupazioni dei condòmini di Galleria Ferri, prevalentemente contrari, ma anche delle autorità (Questura e Prefettura) che nella giornata di ieri hanno iniziato a raddrizzare le antenne alla ricerca di informazioni su questa operazione, che non rientra nella norma delle semplici fittanze.