MANTOVA – Da una base di 18 milioni era partito l’ambizioso piano di riqualificazione di Fiera Catena prospettato dal piano dell’archistar Stefano Boeri per conto del sindaco Mattia Palazzi neo-eletto nel 2015, e nel giro di pochissimi anni quella cifra è schizzata più che raddoppiandosi, comportando perizie e varianti inattese, ma anche finanziamenti non ricompresi in quei 18 milioni che il governo Renzi aveva dato a Mantova nell’ambito del “piano periferie”. E adesso ci scappa pure l’arbitrato.
Ripercorre queste tappe l’ex assessore all’edilizia e all’Unesco della giunta di centrodestra Celestino Dall’Oglio che da anni lavora sulle carte del Comune in quel comparto nella convinzione che in via Roma si siano fatte le proverbiali uova fuori dal “cavagn”: procedure ed elefantiasi urbanistiche traducibili, alla fine, in opere non ancora compiute e spese attenzionabili dalle procedure europee.
La rigenerazione urbana di Mantova Hub ha visto lo scorso 20 maggio, dopo 6 anni dalla posa della prima pietra, un primo quadro (seppur parziale, da 24 milioni di euro) delle spese affrontate per il solo comparto di San Nicolò, che ricomprende i 5 capannoni ex militari, oltre alla polveriera settecentesca e altre opere urbanistiche.
Dall’Oglio osserva che l’importo della rigenerazione, «allargata dalle “ambizioni comunali” ben oltre i confini del “piano Boeri”», ammonterebbe a 42 milioni per interventi finanziati con i fondi concessi dai governi Renzi e Gentiloni, nonché dagli altri soggetti intervenuti, quali Cariplo, Tea e Aspef, oltre a qualche mutuo acceso dal Comune.
A questo proposito, ha fatto discutere in via Roma l’ultimo mutuo da 2,5 milioni acceso presso il Credito Sportivo per coprire i rincari e i sovraccosti lamentati dagli appaltatori di Mantova Hub, peraltro riconosciuti con una determinazione del neonato “Collegio consultivo tecnico” (Cct).
«Questa è la grande ma tardiva novità – commenta Dall’Oglio –: il Collegio è stato costituito solamente nel 2025, e direi con cinque anni di ritardo, poiché il governo Conte-2 aveva varato questo strumento di arbitraggio nell’ambito del “Decreto semplificazione” del 2020 per l’incentivazione degli investimenti pubblici durante il periodo emergenziale».
Dunque, un intervento tardivo, dal momento che «gli appalti di Mantova Hub sono largamente superiori alla soglia europea (circa 5,5 milioni di euro) – sottolinea l’ingegnere Dall’Oglio –, e quindi rientravano nettamente nella fattispecie di legge, rilanciata col decreto-correttivo del 31 dicembre scorso fatto da Salvini».
Secondo l’ex assessore, il Collegio che coinvolge il professor Paolo Riva per la parte comunale «sarebbe stato assai utile per “vagliare” le più importati istruttorie, come quella dell’antico cimitero ebraico e della maxi-variante da 10 milioni di euro, aggiudicata con determinazione comunale del marzo 2023».



































