Calcio Serie C – Masiello: “Mantova, piedi per terra per un futuro sempre più solido”

Ettore Masiello
Ettore Masiello

MANTOVA Mancano due partite per chiudere un 2020 molto positivo (sportivamente parlando) per il Mantova. È l’anno che ha riportato i biancorossi tra i professionisti, in una stagione chiusa anticipatamente causa pandemia. Ed è l’anno che ha visto l’Acm distinguersi anche in Serie C. Il Mantova è reduce da una pesante sconfitta interna col Cesena, ma conta di chiudere in bellezza il 2020, contro Legnago (domenica) e Gubbio (mercoledì). Di questo ed altro parliamo con il presidente biancorosso  Ettore Masiello.
 Presidente, partiamo dallo 0-4 col Cesena: un punteggio pesante…
«Anche troppo. Io ho visto un buon Mantova, abbiamo creato tante occasioni. Purtroppo siamo stati puniti ad ogni errore. Secondo me c’era un rigore sul 2-0 che poteva riaprire la partita. Comunque lo considero un incidente di percorso. E aggiungo: meglio perdere una volta 4-0 che 4 volte 1-0».
 Testa a Legnago?
«Certo che sì. È una partita che capita nel momento giusto perchè non ci fa perdere di vista il nostro obiettivo. Che è e rimane la salvezza».
 Davvero non si può ambire a qualcosa di più?
«Dobbiamo rimanere coi piedi per terra. Ho letto che avete ipotizzato in 45 punti la quota salvezza: ecco, noi dobbiamo pensare a raggiungere quella quota. Ora siamo a 24, bottino più che soddisfacente: se me l’avessero predetto a inizio campionato, non ci avrei pensato due volte a firmare».
 Cosa le piace di questo Mantova?
«Lo spirito di gruppo. Nonostante i tanti cambiamenti, vedo grande sintonia tra i ragazzi. E poi consentitemi di elogiare lo staff tecnico, il mister e i suoi collaboratori, che stanno dimostrando un eccellente livello di professionalità. All’altezza della categoria che con tanti sforzi abbiamo raggiunto».
 E tra i giocatori, chi l’ha colpita in particolare?
«Tutti meriterebbero di essere citati. Sono contento per Ganz, che ha trascorsi importanti e si è inserito a meraviglia anche a Mantova. Io, poi, sono sempre stato un simpatizzante di suo padre…».
 Quanto vi penalizza l’assenza del pubblico?
«Per noi i tifosi sono sempre stati fondamentali. Pensate solo a quanto si sarebbero divertiti in partite come Mantova-Perugia e Mantova-Matelica… Speriamo che in primavera si possano riaprire gli stadi, anche solo parzialmente».
 Da presidente del Mantova come ricorderà questo 2020?
«Come un anno di soddisfazioni, ma anche complicato. Mi è dispiaciuto non poter festeggiare il ritorno tra i professionisti come avremmo meritato. La mancanza dei tifosi si è fatta e si fa ancora sentire. Manca quel coinvolgimento che siamo abituati a vivere andando allo stadio, manca la corsa dei giocatori sotto la curva… A tal proposito, vorrei complimentarmi con Troise che ha saputo amalgamare e motivare il gruppo in queste condizioni non semplici».
 Gennaio è il mese del mercato: come si muoverà il Mantova?
«Innanzitutto voglio salutare Finocchio, col quale abbiamo rescisso consensualmente il contratto ma che ringraziamo per la sua serietà. Quanto al mercato, qualche piccolo accorgimento potremmo adottarlo. Ma non vado oltre: la materia è di competenza del nostro ds Battisti, che sono certo si muoverà nel modo migliore».
 Sul versante societario come procedono i piani?
«Bene. Allo stadio abbiamo costruito l’area hospitality, che speriamo di riaprire presto. In gennaio verranno cambiati i seggiolini delle tribune. Abbiamo aperto un secondo negozio in centro che ci sta dando soddisfazioni. Insomma la società è solida e attiva, proiettata al futuro».
 Il fiore all’occhiello, però, sarà il centro sportivo che dovrebbe sorgere a Borgovhiesanuova: a che punto siamo?
«Ci stiamo lavorando e con noi il sindaco di Mantova, che ringrazio per l’intercessione. Avere a disposizione una struttura come “Mantovanello”, specialmente dopo che verranno abbattuti i campi del Te, diventerà fondamentale per noi, per il settore giovanile e la prima squadra».
 Cos’altro aggiungere, per chiudere?
«Oltre agli auguri a tutti i tifosi, colgo l’occasione per elogiare i nostri giocatori che si stanno comportando da veri professionisti anche nel privato, evitando situazioni potenzialmente rischiose in tempo di Covid. Uno stile di vita responsabile e da persone mature che la società sta apprezzando molto».