Controlli: Palazzi impone ai vigili tolleranza zero

MANTOVA Tolleranza zero. È questo che il sindaco di Mantova ha chiesto ieri alla Polizia locale per dare compimento alle misure restrittive dell’ultimo decreto presidenziale di  Giuseppe Conte. A darne notizia è stato lo stesso primo cittadino attraverso un lungo messaggio diffuso sui social network, dal quale si evince la necessità, a suo dire, di non mettere a rischio la popolazione più fragile e di tornare alla situazione critica di otto mesi fa.
In particolare sono allertate le forze dell’ordine nei confronti dei trasgressori all’obbligo della mascherina e degli assembramenti in luogo pubblico. Saranno sanzionati pesantemente anche gli esercenti che non rispetteranno le disposizioni presidenziali riguardo agli orari e imposti dal decreto e al numero degli avventori all’interno dei locali stessi.
«La crescita dei contagi – ha dichiarato il sindaco – non può lasciarci indifferenti e riguarda anche la nostra provincia. Non sta provocando ad oggi emergenze sui posti letto delle terapie intensive, ma sottovalutare sarebbe colpevole, da parte di tutti» ha scritto su Facebook.
Il sindaco insiste nel sottolineare che l’utilizzo della mascherina «non è solo obbligatorio per legge, ma è indispensabile per scongiurare di tornare a otto mesi fa». Da qui il provvedimento che coinvolge le forze dell’ordine: «Non possiamo permetterci di sbagliare. Ho chiesto formalmente alla nostra Polizia locale di essere inflessibile e sanzionare chi non rispetta le norme sull’uso della mascherina, e per i locali che non rispettano le norme anti-covid, fino a chiuderli per minimo cinque giorni». Per i trasgressori delle mascherine invece le sanzioni pecuniarie oscilleranno da un minimo di 400 euro sino a un massimo di 1.000.

Inevitabile la richiesta di collaborazione: «Sappiamo tutti che nessuna città ha agenti a sufficienza per continui controlli capillari, quindi dipende da tutti i cittadini. Noi non saremo tolleranti, ma ciascuno deve essere responsabile, verso gli altri e verso tutta la città», conclude.