Delitto Turina, confermato in appello l’ergastolo per il genero

Mantova I giudici della corte d’Appello di Brescia hanno confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Enrico Zenatti, il 56enne veronese finito alla sbarra per l’assassinio della suocera Anna Turina, 73 anni, uccisa nella propria abitazione il 9 dicembre 2021 a Malavicina di Roverbella. I giudici hanno accolto in toto le richieste del procuratore generale, confermando di fatto l’impianto accusatorio che lo scorso marzo aveva decretato la condanna al carcere a vita al processo in primo grado a Mantova. Zenatti, presente in aula, ha ascoltato impassibile il verdetto. Le motivazioni della sentenza, emessa dopo due ore di camera di consiglio, saranno depositate entro i prossimi 90 giorni. Scontato il, ricorso in Cassazione dei difensori del 56enne, avvocati Silvia Salvato e Andrea Pongiluppi. I due legali hanno chiesto anche in questa sede, come già in primo grado, l’assoluzione del loro assistito per non avere commesso il fatto. «Manca una prova certa della colpevolezza di Zenatti – spiega Pongiluppi -, e anche il movente è solo congetturale». «Inoltre – gli fa eco la collega Salvato – non è stata nemmeno trovata l’arma del delitto». Molti dubbi per la difesa, nonché per l’imputato, che ieri in aula ha rilasciato delle spontanee dichiarazioni in cui ha ribadito la propria innocenza, come già al processo di Mantova, quando aveva detto che «c’erano tre persone in casa» e che si doveva indagare qualcun altro. Per il momento gli altri due, Mara e Paolo Savoia, ex moglie e l’ex cognato, figli della vittima, parti civili al processo si sono visti riconoscere 400mila euro di risarcimento a testa.