Il direttore di MyNet “spegne” il 5G

MANTOVA Il 5G è un termine entrato nella quotidianità, e il mondo del digitale è attraversato, da sempre, da temi-meteore. Nascono, hanno ampia risonanza, e poi, piano piano, si spengono. «Il 5G è uno di questi casi», parole di Giovanni Zorzoni, direttore generale di Mynet, l’operatore mantovano delle telecomunicazioni specializzato in fibra ottica e diventato in quasi 30 anni uno dei cinque più importanti player del settore a livello nazionale. «In Italia, così come in tutta Europa, il 5G non esiste – continua Zorzoni-. Oggi, quando sui nostri smartphone o tablet vediamo 5G dobbiamo ricordarci che non è il vero 5G, cioè quella tecnologia che avrebbe dovuto rivoluzionare l’industria delle telecomunicazioni, ma una versione del normale 4G, semplicemente su frequenze diverse. Sicuramente una versione avanzata del 4G o più precisamente del Lte+, ma nulla di rivoluzionario come ci viene raccontato da ormai 8 anni». «Il vero 5G – prosegue- è quella tecnologia che opera su frequenze piuttosto alte, che permettono il trasferimento di dati tra antenne e dispositivi compatibili a velocità elevate, e necessita di una moltitudine di antenne diffuse capillarmente, ed ogni antenna necessità di raccordi elettrici (per l’alimentazione) ed ottici (fibra ottica di interconnessione)». «Ogni operatore di telefonia mobile (in Italia sono 4) dovrebbe quindi installare centinaia di migliaia di antenne, su tutto il territorio nazionale – conclude – ad oggi, è uno scenario irrealistico, troppo onerosa economicamente, e lenta nell’implementazione per via delle numerose autorizzazioni necessarie e dei tempi di installazione relativi, in assenza di enormi aiuti pubblici, che sarebbero al contempo ingiustificabili viste le molte altre urgenze del nostro Paese, sarà molto difficile vederlo nascere».

Antonia Bersellini Baroni