Il rebus Provincia: cambia lo scenario

MANTOVA È in continua e rapida evoluzione il tema del rinnovo del consiglio provinciale, la cui scadenza tecnica è calendarizzata per dicembre. Secondo i termini della riforma Delrio infatti, mentre i presidenti di tali enti di secondo livello rimangono in carica quattro anni, i loro consigli vengono rinnovati ogni due. E mentre il titolare di Palazzo di Bagno Carlo Bottani , eletto nel dicembre del 2021, potrà rimanere al proprio posto sino al 2025, il suo consiglio risulta ormai al capolinea.
L’idea del governo di accelerare sulle riforme delle Province per consentire un election day a giugno, in concomitanza con le europee, malgrado i segnali delle scorse settimane parrebbe ormai sul viale del tramonto: la manovra finanziaria in discussione in questi giorni non prevede infatti alcuna capienza per restituire a questi enti la vecchia dignità di deleghe precedente alla riforma. Anzi, secondo le previsioni del ministro Giancarlo Giorgetti, da Roma si prevedono tagli ai trasferimenti per gli enti periferici di circa 600 milioni, fra cui i 50 destinati appunto alle Province, che pure soffrono ormai di un drastico svuotamento di competenze. Come dire che, se mai una contro-riforma ci sarà, questa non potrà esserci prima del 2025.
Non sono tuttavia pacifiche le condizioni di equilibrio raggiunte due anni fa con la formazione del presente esecutivo e gli assetti consiliari. Con l’anno nuovo, se mai anche il consiglio venisse chiamato al rinnovo dopo la votazione delle comunali, molte cose potrebbero cambiare, dato che a votare per l’aula di Palazzo di Bagno sono solo gli amministratori locali (sindaci e assessori). E già non poche cose sono cambiate nel biennio trascorso. Basti dire che nel voto ponderale del corpo elettorale provinciale, la maggioranza di Mattia Palazzi si è arricchita di un “voto pesante” (quello di Lidia Bertellini) in precedenza quotato al centrodestra; e il voto di un consigliere del capoluogo pesa per 350 voti. In più comuni come Castel Goffredo, storicamente di centrodestra, nel frattempo sono passati al centrosinistra.
Se, come tutto lascia credere, il rinnovo del consiglio provinciale dovesse avvenire tra gennaio e marzo, gli equilibri dell’aula, già piuttosto precari (oggi siamo a 6 contro 6, e solo il 7° voto del presidente gli assicura la maggioranza) in molti non escludono che Bottani stesso potrebbe trovarsi in minoranza.