In 4mila all’inaugurazione del nuovo Parco Te. Palazzi: Mantova non è una città di provincia. E si toglie qualche sassolino con l’opposizione

MANTOVA È stato inaugurato il nuovo Parco Te. Ubicato nello spazio che comprendeva i vecchi campi di allenamento del Mantova calcio, tra Palazzo Te e lo stadio Martelli, l’opera è stata presentata dal sindaco Mattia Palazzi, visibilmente emozionato e pieno di orgoglio come un padre alla presenza di un figlio desiderato e finalmente arrivato, dopo circa 15 mesi di gestazione. Ad accompagnare il primo cittadino erano presenti Gabriele Barucca, Sovrintendente archeologia, belle arti e paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi; Emanuele Bortolotti di AG&P greenscape e Giorgio Grossi di Mantova Ambiente. Sotto (e attorno al palco), il pubblico delle grandi occasioni. Presenti in prima fila i rappresentati delle istituzioni civili, militari e religiose. In platea, e sparsi nel grande tappeto erboso, tanti cittadini curiosi (circa 4.000) che non si sono fatti scoraggiare dal grande caldo, richiamati dalla musica festante della Banda della città (“ Che soddisfazione, nè?” esclama una signora seduta nelle vicinanze.)

Il nuovo parco è stato finanziato con i fondi del Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali del Ministero per i beni e le attività culturali, progettato dallo studio di architettura del paesaggio AG&P greenscape di Milano e realizzato da Mantova Ambiente: 5.510.000 milioni, di cui 5.227.179,47 di finanziamenti ministeriali. I restanti, li ha messi l’amministrazione cittadina. « Alcuni dell’opposizione hanno definito una porcata il lavoro fatto (la signora di prima non esita a suggerire il nome del consigliere incriminato, ndr) ma adesso non è il momento delle polemiche – parole di Palazzi – facciamo sentire la forza della realtà, che non è sui social. Qui ci ha lavorato Mantova, è stato un lavoro straordinario perché ci avete messo amore». « Qualche settimana fa – continua – nel sentire la percezione delle persone mi hanno detto “abbiamo bisogno di vedere cose belle”, e non è solo un tema estetico, c’è la volontà di volersi sentire bene. Questo parco vuol dire cercare di dare alla nostra città uno spazio in più per stare bene, ciascuno come vuole, da solo o con gli altri. E lo abbiamo imparato bene durante la pandemia, dove è nato questo progetto. Ma c’è di più: è anche un’idea di città: liberi, uniti e forti, insieme. Un enorme prato verde come spazio di libertà, nel rispetto, ma di libertà». E conclude: «Anche le isole sono luoghi della socialità, per stare insieme e rispettarsi. E dipende anche da voi: conservare, curare, difendere e valorizzare il parco, perché è vostro, per le nuove generazioni. Un’idea di città più forte, dinamica, anche europea. Siamo una città con una storia straordinaria, ma non dobbiamo essere provinciali. Il resto, lo scopriremo insieme vivendolo. Ragioneremo insieme, su come viverlo. Perché sono i cittadini che fanno la città. Oggi, il parco te, inizia. Non c’è nulla di più bello per cambiare la propria città e costruire un patto quotidiano con la comunità, pensando al futuro».