Innovazione, Speziali: fra tassi di interesse in crescita e de minimis, investimenti bloccati

MANTOVA –  Con l’aumento dei tassi di interesse nell’ultimo anno e con l’incremento annunciato dalla presidente della Bce Christine Lagarde nei prossimi giorni, gli investimenti in meccanizzazione agricola sono crollati. E questo nonostante solo dal Pnrr il ministero dell’Agricoltura possa contare su 500 milioni di euro di fondi, oltre a diversi altri bandi, dall’Inail a quelli di Regione Lombardia per l’acquisto di macchine agricole per la distribuzione dei reflui zootecnici”. Per Marco Speziali, presidente di Confai Mantova, quella che stanno vivendo le imprese agromeccaniche è una recessione degli investimenti che, in proiezione, preoccupa non poco. A farne le spese, aggiunge il direttore dell’associazione, Stefano Bonisoli, “non è solamente il processo di innovazione verso una maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale, ma anche il fattore sicurezza sul lavoro, che inevitabilmente rallenta il proprio percorso, senza l’acquisto di macchine e mezzi agricoli all’avanguardia”. Accanto alla crescita dei tassi di interesse si somma un altro problema, che zavorra ulteriormente gli investimenti delle imprese agromeccaniche: il regime sul de minimis, applicato alle imprese di contoterzismo professionale con un limite massimo di 200.000 euro nell’arco di tre anni. Ciò significa, spiega Confai Mantova, che ciascuna impresa agromeccanica può accedere ad aiuti per l’innovazione nel settore della meccanizzazione fino a un massimo di 200.000 euro, spalmati nel triennio. “Parliamo di una cifra che, se teniamo conto che una mietitrebbia costa intorno ai 700.000 euro, frena qualsiasi opportunità di compiere investimenti agevolati o, meglio, di poter accedere a bandi di finanziamento, in quanto è estremamente facile sforare il tetto dei 200.000 euro”, commenta Speziali. Da qui la richiesta del presidente di Confai di innalzare l’importo relativo al de minimis o, in subordine, di eliminare il vincolo dei tre anni. “Oggi gli investimenti delle imprese agromeccaniche sono rivolti quasi esclusivamente all’acquisto di attrezzature, mentre gli acquisti di trattrici e grandi macchine operatrici sono limitati allo stretto necessario. Ma in questo modo la spinta verso la sostenibilità resta al palo”.