La ‘ndrangheta nella “Milano da bere”: arrestate 14 persone per associazione a delinquere. Manette anche a Mantova

MILANO/MANTOVA Il Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha sequestrato questa mattina (lunedì 15 aprile), con la Polizia locale, 4 società che gestiscono locali di ristorazione all’interno del Mercato comunale milanese nel quartiere Isola, zona della movida, in un’inchiesta del pm della Dda Silvia Bonardi sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, che ha portato anche a un’ordinanza del gip Sonia Mancini di custodia cautelare in carcere per 14 persone, una  delle quali residente a Mantova. Al centro delle indagini la cosca dei Piromalli di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e le accuse di associazione mafiosa, estorsione, rapina, trasferimento fraudolento di valori e traffico illecito di rifiuti. Dall’indagine è emerso come la ‘ndrangheta sarebbe riuscita a inserirsi nell’acquisizione e gestione di molti locali contando sula collaborazione di referenti e prestanome. In una nota firmata dal capo della procura milanese, Marcello Viola, si legge che il “sodalizio mafioso di matrice ‘ndranghetista, capeggiato da una famiglia calabrese radicata da tempo nel capoluogo meneghino”, era “particolarmente attivo nella commissione di plurime attività illecite, tutte aggravate dal metodo mafioso, tra le quali, intestazione fittizia di attività commerciali, estorsione, truffa ai danni di agenzie di lavoro interinale e traffico di rifiuti. Le operazioni, in corso dalle prime luci dell’alba, vedono l’impiego di oltre 80 unità tra finanzieri, agenti della Polizia Locale e Carabinieri Forestali impegnati nell’esecuzione delle 14 misure cautelari personali, eseguite nelle province di Milano, Monza-Brianza, Varese, Pavia, Modena e Mantova, nonché di numerose perquisizioni presso private abitazioni risultate nella disponibilità degli indagati ed esercizi commerciali. L’indagine, condotta con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma e della Rete Operativa @ON di Europol, ha permesso di disarticolare l’associazione ‘ndranghetisra, che riconosceva nella potente cosca Piromalli di Gioia Tauro (RC) un suo solido punto di riferimento. Per la realizzazione dei progetti criminali, il sodalizio poteva contare sulla collaborazione di diversi soggetti compiacenti, utilizzati come prestanome al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali concretamente applicabili, cui veniva attribuita fittiziamente la titolarità di diversi esercizi commerciali ubicati in Lombardia e in Piemonte. È altresì emerso come un soggetto, già giudiziariamente riconosciuto come appartenente alla citata cosca della piana di Gioia Tauro (RC), fosse impegnato in un’infiltrazione nel settore dei locali di intrattenimento, presenti nelle più rinomate aree della movida milanese, posta in essere per il tramite di un proprio “referente”, stabilmente operante a Milano, che si occupava dell’acquisizione e della gestione di numerosi locali, attribuendone fittiziamente la titolarità a prestanome privi di adeguata esperienza imprenditoriale. Nel corso dell’operazione, infatti, sono state sequestrate, in forza di un decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza del P.M. titolare delle indagini, 4 società di capitali titolari di altrettanti esercizi commerciali di somministrazione di cibi e bevande, in quanto di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’amministratore di fatto e dai compiacenti prestanome, in parte ubicati all’interno del “Mercato Comunale Isola”, struttura di proprietà del Comune di Milano e oggetto di concessione ad un raggruppamento temporaneo di imprese che, a loro volta, avevano dato in locazione degli spazi commerciali alle suddette società destinatarie del provvedimento di sequestro. Le investigazioni hanno permesso di rivelare le dinamiche del gruppo mafioso, capeggiato da un soggetto munito della dote ‘ndranghetista di “Vangelo “, in grado di dirimere eventuali controversie che promuoveva, pianificava ed organizzava gli associati nelle diverse azioni criminali nel territorio milanese nel business dello smaltimento rifiuti, utilizzando come discariche aree protette e capannoni industriali abbandonati. Oltre all’accertamento di condotte delittuose tipiche della criminalità organizzata di stampo mafioso, quali le attività estorsive per il “recupero crediti”, le indagini hanno consentito di disvelare un efficiente meccanismo attuato dal gruppo criminale, mediante la stipula di contratti di somministrazione fittizi in assenza di effettive esigenze di impiego di forza-lavoro, per truffare numerose agenzie di lavoro interinale con la complicità dei lavoratori somministrati che, sistematicamente, retrocedevano gli stipendi ai sodali del suddetto gruppo criminale. L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia dalla Guardia di Finanza di Milano e Le altre FF.PP., testimonia l’impegno quotidianamente profuso a presidio della sicurezza e a tutela della legalità economico-finanziaria dei Paese, con particolare riferimento ai contrasto alla criminalità organizzata e delle infiltrazioni della stessa nel circuito economico legale.